L’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va... Il 2007 è stato un anno turbolento per i servizi postali, fanalino di coda nel nostro Indice delle Liberalizzazioni. La Commissione europea ha accettato la gli emendamenti del parlamento ed ha deciso di spostare, ancora una volta!, l’ultima tappa del processo di liberalizzazione, ovvero l’abolizione delle riserve legali concesse ai prestatori del servizio universale. È appena il caso di ricordare che la completa liberalizzazione era originariamente prevista nel 2006, è stata poi spostata al 2009, ed ora al 2011 con possibilità, per alcuni paesi membri, di rimandarla al 2013. Il che è un male in sé, perché si procrastinano gli effetti positivi della concorrenza, ma è anche male perché quest’incertezza normativa rende difficile per gli operatori del settore pianificare la loro attività. Un esempio lampante di ciò è avvenuto proprio da noi, sono scaduti i contratti fra Poste Italiane e le agenzie di recapito concorrenti (ma di questa concessionarie) stipulati in via temporanea fino al 2006, anno in cui il mercato si sarebbe aperto alla vera concorrenza: il 2007 ha visto una lotta per la definizione dei nuovi contratti, in cui è intervenuto l’antitrust, riconoscendo i comportamenti abusivi di un operatore, Poste, la cui posizione dominante è sancita ex lege. Ancora, l’antitrust ha segnalato al governo l’effetto discorsivo dell’annuale compensazione per le tariffe postali scontate applicate alle spedizioni di prodotti editoriali ritenuti meritori.
Insomma, ancora numerosi i problemi del settore postale: per il 2008, non possiamo che augurarci che le scelte del regolatore siano più orientate verso un’autentica liberalizzazione che alla tutela dell’azienda pubblica, di modo di arrivare pronti al 2011, o, persino di giocare, per una volta, d’anticipo rispetto agli altri paesi europei
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