Nel dicembre 2006, autorizzando l’acquisizione di Toro Assicurazioni da parte delle Generali, l’Autorità garante insisteva sulla necessità, per snellire la dominanza (parametrata su una quota di mercato del 35%) di Generali dopo l’incorporazione di Toro, della cessione di Nuova Tirrena.
Il verdetto dell’Autorità veniva poi smentito dal Tar, e subito dopo Generali vendeva Nuova Tirrena a Groupama. Tale operazione ha però di nuovo attirato gli strali dell’Agcm, a causa della presenza di Groupama nell’azionariato di Mediobanca. Ora Catricalà torna alla carica, e c'è un ricorso pendente al consiglio di Stato contro parte della sentenza del Tar.
Il tutto si snoda attorno all'intreccio fra Fondiaria Sai/ Generali/ Mediobanca. La cessione di Nuova Tirrena si è resa necessaria per quel motivo, a causa di sospetti di "dominanza collettiva" di Fondiaria e Generali nel ramo rc auto. La sentenza del Tar sosteneva che l'Antitrust non fosse riuscito a dimostrare l'esistenza di tale "dominanza collettiva".
Generali si è comunque disfatta di Nuova Tirrena, vendendo però a Groupama. Quale è il problema? Anche Groupama è azionista di Mediobanca, nei soci "del terzo tipo" (il "gruppo francese), e Mediobanca è azionista di Generali.
Non è bellissimo vedere che il capitalismo italiano è sostanzialmente un circolo chiuso, in cui il numero di players è abbastanza limitato. Ma l'Antitrust ha il diritto di "curarne" la fisiologia? E' quello che Catricalà cerca di fare su una varietà di fronti - a cominciare dal "problema", spesso ripreso (e con grande enfasi) dai giornali, degli interlocking boards.
Quello che ci rimane, guardando tanti interventi dell'Autorità, è l'impressione di una arbitrarietà assoluta. Pensiamo alle assicurazioni. Strategie cooperative fra imprese sono sanzionate: c'è il sospetto di un cartello. Allora le imprese pensano di dover "pagare di più", per ottenere i medesimi benefici: anziché coordinarsi, debbono fondersi e "comprarsi". Ma fusioni e acquisizioni sono autorizzate sino a prova contraria. Quando uno vede "autorizzato" il proprio proposito, può darsi che debba prendere qualche inziativa collaterale. Per esempio cedere un ramo d'azienda. Quando, obbedendo, lo fa - gli viene contestato il modo in cui lo ha fatto. Alle imprese non viene detto solo se possono acquistare, e neppure se debbono vendere: bensì anche a chi debbono vendere.
Non ha tutti i torti, forse, Edwin Rockefeller*, quando sostiene che l'antitrust più che con la rule of law, ha a che fare con la roulette.
* il libro di Rockefeller sarà presto tradotto dall'IBL.
Il verdetto dell’Autorità veniva poi smentito dal Tar, e subito dopo Generali vendeva Nuova Tirrena a Groupama. Tale operazione ha però di nuovo attirato gli strali dell’Agcm, a causa della presenza di Groupama nell’azionariato di Mediobanca. Ora Catricalà torna alla carica, e c'è un ricorso pendente al consiglio di Stato contro parte della sentenza del Tar.
Il tutto si snoda attorno all'intreccio fra Fondiaria Sai/ Generali/ Mediobanca. La cessione di Nuova Tirrena si è resa necessaria per quel motivo, a causa di sospetti di "dominanza collettiva" di Fondiaria e Generali nel ramo rc auto. La sentenza del Tar sosteneva che l'Antitrust non fosse riuscito a dimostrare l'esistenza di tale "dominanza collettiva".
Generali si è comunque disfatta di Nuova Tirrena, vendendo però a Groupama. Quale è il problema? Anche Groupama è azionista di Mediobanca, nei soci "del terzo tipo" (il "gruppo francese), e Mediobanca è azionista di Generali.
Non è bellissimo vedere che il capitalismo italiano è sostanzialmente un circolo chiuso, in cui il numero di players è abbastanza limitato. Ma l'Antitrust ha il diritto di "curarne" la fisiologia? E' quello che Catricalà cerca di fare su una varietà di fronti - a cominciare dal "problema", spesso ripreso (e con grande enfasi) dai giornali, degli interlocking boards.
Quello che ci rimane, guardando tanti interventi dell'Autorità, è l'impressione di una arbitrarietà assoluta. Pensiamo alle assicurazioni. Strategie cooperative fra imprese sono sanzionate: c'è il sospetto di un cartello. Allora le imprese pensano di dover "pagare di più", per ottenere i medesimi benefici: anziché coordinarsi, debbono fondersi e "comprarsi". Ma fusioni e acquisizioni sono autorizzate sino a prova contraria. Quando uno vede "autorizzato" il proprio proposito, può darsi che debba prendere qualche inziativa collaterale. Per esempio cedere un ramo d'azienda. Quando, obbedendo, lo fa - gli viene contestato il modo in cui lo ha fatto. Alle imprese non viene detto solo se possono acquistare, e neppure se debbono vendere: bensì anche a chi debbono vendere.
Non ha tutti i torti, forse, Edwin Rockefeller*, quando sostiene che l'antitrust più che con la rule of law, ha a che fare con la roulette.
* il libro di Rockefeller sarà presto tradotto dall'IBL.
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