sabato 5 gennaio 2008

Paese che vai, poste che trovi

Rosamaria Bitetti e Ugo Arrigo hanno fatto il punto sulla non-liberalizzazione dei servizi postali in Italia. Possiamo consolarci constatando che non siamo i soli, a scrivere norme sulla base delle necessità del monopolista pubblico, in questo settore.
Su lavoce.info, Michele Burda ci racconta come il governo tedesco abbia introdotto un salario minimo, solo per gli impiegati delle poste. Perché?

... in Germania i lavoratori delle poste non se la cavano male nella catena alimentare. Il prossimo anno, però, il monopolio postale si ridurrà in modo significativo, permettendo alle imprese private di competere direttamente con Deutsche Post, che detto per inciso è una società quotata al Dax e ha 500mila dipendenti. I corrieri delle poste tedesche guadagnano tuttora uno stipendio da impiegati statali e dunque il loro posto di lavoro sarà senz’altro minacciato da lavoratori con salari più bassi dipendenti da imprese private come Pin o Tnt, che incidentalmente non sono dell’Est europeo. In altri termini, la Entsendegesetz serve da cavallo di Troia per l’introduzione di un salario minimo in Germania – e comporterà probabilmente la perdita di migliaia di posti di lavoro nel settore della distribuzione postale privata.

Grande coalizione, salario minimo.

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