mercoledì 25 luglio 2007

Una golden share europea? / 2

Il commissario europeo al Commercio Peter Mandelson torna sulla proposta di una golden share europea in un lungo dialogo con Giuseppe Sarcina sul Corriere. Il suo tentativo è quello di coniugare la difesa delle regole del mercato con la pragmatica accettazione dell'influenza franco-tedesca sulle decisioni di Bruxelles. "Il nostro punto di partenza - dice Mandelson - è che dobbiamo mantenere la libera circolazione dei capitali in Europa e a livello internazionale". In presenza di investimenti pubblici stranieri, per esempio attraverso i fondi sovrani, il discrimine, per Mandelson, deve essere la loro natura: si tratta di operazioni commerciali o politiche?

Mandelson fa alcuni esempi: l'ingresso della China Development Bank nella Barclays apparterrebbe alla prima categoria. (Sarebbe ingeneroso pensare che Mandelson si lasci influenzare dal fatto che i cinesi, con la loro mossa, rafforzano l'offensiva del gruppo inglese su AbnAmro, contrastata da un terzetto composto da Royal Bank of Scotland, Santander e Fortis). Più delicati, secondo Mandelson, potrebbero essere i casi delle reti elettrica e del gas o del colosso Eads (da cui nasce tutta la saga: la golden share europea è la risposta di Bruxelles alle ansie nazionalistiche di Merkel e Sarkozy). Perché mai? Nel caso delle reti, ciò che veramente conta è il principio della separazione proprietaria rispetto a chi opera nella produzione o vendita di elettricità e gas; il loro azionariato è irrilevante. Per quel che riguarda Eads, poi, non si capisce davvero dove stia il problema.

La sensazione, insomma, è che il povero Mandelson sia costretto all'ennesima mediazione con se stesso. Una tesi avvalorata dalle dichiarazioni di Alistair Darling, neocancelliere dello scacchiere, che - in una sorta di attacco preventivo alla linea Merkel-Sarkozy - ha precisato che il Regno Unito continuerà ad accogliere di buon grado qualunque investimento da parte di chiunque voglia esportare capitali sui suoi mercati. Darling ha colto la natura protezionistica della golden share, sia essa nazionale o europea, e ha rispedito il progetto al mittente. Fortunatamente, una posizione critica è quella assunta anche da Emma Bonino, che ha interpretato la convinzione che la libertà di mercato sia un valore non negoziabile.

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