... ma l'acqua non è una di queste. Assegnare diritti di proprietà commerciabili alle risorse idriche è l'unico modo per riconoscere il valore reale di beni così importanti ed assicurarne usi al contempo efficienti e sostenibili. Un'ipotesi futurista? Nient'affatto. Peter Brabeck-Letmathe, chairman e chief executive di Nestlé, e membro fondatore del World Economic Forum, spiega che in Oman lo fanno da 4500 anni:
3 commenti:
Condivido pienamente. Il fatto che non venga pagato un prezzo dal consumatore di un determinato bene non significa affatto che questo non gli attribuisca alcun valore. Tale illusione è mantenuta vivida in condizioni di eccesso d'offerta, ma non appena il rapporto con la domanda diviene più stringente il valore che i soggetti attribuiscono al bene emerge con chiarezza. Gli esempi si sprecano. E l'acqua è uno di questi.
Vedrete che di questo passo si stabilirà un prezzo anche per un uomo. Un tanto per un bambino, un tanto per un disabile, un tanto per nero, ecc. Non faccio altro che portare alle estreme conseguenze le vostre premesse. L'ipotesi non è neppure questa futurista. Così facevano i venditori di schiavi fino a poche centinaia di anni fa. E in certi paesi c'è ancora la tratta degli schiavi. "non appena il rapporto con la domanda diviene più stringente, il valore che i soggetti" attribuiranno al bene "persona umana" emergerà con chiarezza. E' questione di tempo. Ma vedo già in questo blog che ci sono già i fans della mercificazione di tutta la natura.
Anonimo 2: mai sentito parlare di proprietà privata, o di liberalismo? Locke, il padre del liberalismo, scriveva che la proprietà riguarda la propria vita, le proprie libertà e i propri beni. Mi sembra proprio impossibile comprare un nero sul mercato in maniera compatibile con questi principi...
La natura, invece, può, anzi deve, essere mercificata. L'alternativa è infatti sprecarla.
LF
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