Chiunque abbia seguito con un minimo di attenzione le ultime vicende di Alitalia avrà sicuramente percepito che la vera trattativa per la cessione dell'azienda non è stata quella tra Air France e Tesoro bensì quella immediatamente successiva tra Alitalia e organizzazioni sindacali. Sono queste ultime gli azionisti di riferimento di Alitalia, essendo state in grado negli anni (assieme ai politici pro Malpensa) di condizionarne pesantemente la gestione.
I sindacati, azionisti di controllo di Alitalia (con i soldi dei contribuenti e il paravento di governi deboli e remissivi) hanno respinto l'offerta di Air France, come se fosse un'Opa ostile, perchè non desiderano perdere il controllo dell'azienda. Con Air France proprietaria essi dovrebbero ritornare a fare il loro mestiere, rinunciando all'influenza sulla gestione aziendale; con una proprietà italiana di tipo 'relazionale' (Air One o la fantomatica e invisibile cordata di Berlusconi) continuerebbero invece a farlo. La proposta sindacale di far rimanere Fintecna nel capitale Alitalia dopo la cessione altro non era che l'ultimo tentativo di restare come azionisti con i soldi del contribuente.
Bisogna osservare in positivo che i dipendenti Alitalia si stanno finalmente accorgendo del conflitto tra il loro interesse e quello di coloro che pagano affinché li rappresentino.
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