Il Consiglio di Amministrazione dell’8 Aprile di Alitalia ha evidenziato che la corsa della compagnia sta per finire. A fine Febbraio, la disponibilità finanziaria netta a breve era di soli 33 milioni di Euro. Per arrivare alle elezioni ed evitare un commissariamento in piena campagna elettorale, Alitalia ha dovuto vendere a Fintecna, compagnia di proprietà pubblica, il pacchetto di azioni di AirFrance per circa 79 milioni di Euro.
Il ministro dell’Economia uscente Tommaso Padoa Schioppa, nella conferenza stampa del 22 Aprile, nella quale veniva ammesso il decreto legge con un prestito ponte di 300 milioni di Euro, ha affermato che il “carburante” per Alitalia è finito.
Dopo il ritiro di AirFrance, la situazione è così sintetizzabile:
- Il prestito ponte, se andasse in porto, darebbe i soldi necessari alla compagnia per arrivare alla fine dell'anno... l'ennesimo salvataggio di Stato
- Si creerà successivamente una cordata ad hoc, che al momento attuale non si è ancora palesata, e dove gli equilibri sindacali politici non verranno modificati (da notare che entrambe le cordate italiana e russa sono soluzioni relazionali)
La soluzione più semplice, la migliore per il mercato e per gli italiani, non viene nemmeno presa in considerazione; tutto questo perchè siamo in Italia, dove non è possibile commissariare Alitalia in quanto altrimenti ci sarebbero problemi di ordine pubblico e non sarebbe garantita la continuità territoriale (come dice il decreto legge del prestito ponte di 300 milioni di Euro ignorando tra le altre cose l’esistenza degli oneri di pubblico servizio).
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