In questi giorni le pagine economiche dei quotidiani hanno ampiamente riferito sul progetto di aggregazione delle due aziende di trasporto ATM Milano e GTT Torino, di proprietà dei rispettivi Comuni. Se da una lato non può che far piacere osservare che anche nel mercato da tempo statico del trasporto pubblico locale qualcosa finalmente si muove e che l'integrazione tra aziende è benvenuta se finalizzata ad accrescerne dimensione, efficienza e capacità competitive, non bisogna tuttavia dimenticare che di due monopolisti si tratta, anche se in ambiti territoriali limitati.
Il mercato del trasporto pubblico locale (TPL) è rimasto sostanzialmente irriformato e non liberalizzato, dato che il processo avviato nel 1997 dal primo governo Prodi, e il cui obiettivo era di introdurre forme di concorrenza per il mercato attraverso l'utilizzo di aste per l'assegnazione del servizio, è stato sospeso poco prima del momento cruciale, la scadenza a fine 2003 per lo svolgimento delle gare, nel quale avrebbe dovuto finalmente dispiegare appieno i suoi effetti (Sul tema dell'insuccesso della riforma del TPL e delle problematiche aperte rimando ad un precedente lavoro per IBL).
Al momento attuale, in conseguenza, i Comuni sono ancora i proprietari delle aziende di trasporto urbano e contemporaneamente anche coloro che affidano il servizio, che lo regolano e che lo finanziano (attraverso risorse provenienti dalla regioni). Pensare che in un settore produttivo così strutturato e in cui nessun controllore pubblico oblitera il biglietto dell'efficienza di queste aziende, esse ottimizzino comunque l'uso delle risorse è davvero impossibile. Ben venga quindi il fidanzamento tra GTT e ATM (la data è sicuramente propizia), purchè si sia consapevoli che i due non sono in grado di procurarsi sul mercato le necessarie risorse economiche ma dipendono ancora in maniera rilevante dalle finanze delle famiglie di origine, dalla benevolenza dei papà Comuni e delle mamme Regioni.
Il settore del TPL è uno di quelli più urgenti ai quali il governo che uscirà dalle urne dovrà dedicare prioritaria attenzione e non poco decisionismo.
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