mercoledì 20 febbraio 2008

A cosa serve la politica fiscale?

Il recente pacchetto di stimolo fiscale di Bush, degna ciliegina sulla torta del suo mandato social-nazionalista, mi ha fatto riflettere su un punto: a cosa serve la politica fiscale? Questa domanda è importante perchè c'è in giro un'epidemia di Keynesismo che ha colpito anche gli attuali candidati a Palazzo Chigi. Sembra del resto che i politici siano particolarmente soggetti a tale virus, e le scienze politiche del resto non hanno trovato finora alcun vaccino, e men che meno una terapia.

Leonardo mi ha fatto riflettere su un punto: la domanda riguarda i cittadini o i politici? I vantaggi per i politici sono infatti evidenti: far vedere che si sta facendo qualcosa, espandere temporaneamente il PIL per creare un'illusione di ricchezza, fare regali ai vari gruppi di pressione con interventi mirati (obiettivo che, fa notare Leonardo, è più difficile da ottenere con la politica monetaria, a meno di non pilotare le decisioni di investimento delle banche commerciali). Quindi la domanda è: come dovrebbero giudicare i cittadini la politica fiscale?

Le risorse o si consumano o si investono. Aumentare i consumi non può che ridurre gli investimenti, e quindi danneggiare la crescita economica. La politica può aumentare i consumi, e quindi il PIL, sperando che gli effetti sugli investimenti non si vedano subito, e, siccome la produzione richiede tempo, la cosa potrebbe essere verosimile (salvo per il fatto che i mercati finanziari reagirebbero subito e non a produzione finita).

D'altra parte, possiamo immaginare uno stato "imprenditore" che investa il deficit pubblico, ma non credo che le spese in investimenti abbiano mai giocato un ruolo rilevante nella storia del deficit spending. Non è possibile escludere tale eventualità a priori, ma a posteriori è poco o nulla rilevante. Per non parlare della qualità degli investimenti...

E' sicuramente possibile abbinare la politica fiscale alla politica monetaria ed espandere allo stesso tempo consumi e investimenti: che ciò sia insostenibile è evidente dal fatto che i conti (consumi + investimenti) non tornano: i pasti gratis sono rari. Ma mentre ritengo che la politica fiscale da sola porterebbe quasi subito ad un aumento dei tassi e quindi a problemi negli investimenti, abbinata alla politica monetaria avrebbe effetti più dilazionati nel tempo, se non altro perchè quest'ultima avvantaggia i produttori, e ha effetti allucinogeni sui mercati finanziari.

Negli ultimi mesi si è vista una certa riluttanza ad espandere il credito da parte delle banche, e ad investire da parte delle imprese. L'istinto degli operatori di mercato è comprensibile, ma pare che Bernanke voglia anestetizzarlo. Gli economisti interventisti dicono: "Abbiamo portato il cavallo a bere, ma non vuole": verrebbe da dire che non tutta l'acqua è però potabile, quindi potrebbe aver ragione il cavallo. Si stanno forse cercando modi per aggirare le banche e scongiurare un credit crunch tramite altri canali: visto il livello di indebitamento raggiunto si capisce perchè si voglia evitare a tutti i costi un reality check. Questa opzione non la considera nessuno...

Una certa riluttanza ad espandere ulteriormente il credito da parte della Fed sarebbe del tutto comprensibile, vista la posizione precaria del dollaro e la dipendenza dai risparmi stranieri dell'economia americana, ma l'attuale capo di Jeckyll Island ha ampiamente dimostrato di fregarsene, e finchè sarà protetto da Pai Mei e da Hattori Hanzo potrebbe pure aver ragione.

Rimane una possibilità... la politica fiscale può servire ad impedire un credit crunch impedendo ai collateral di sgonfiarsi, oppure nel caso di interessi bassi... ma ciò sarebbe una politica monetaria mascherata. Nei limiti in cui si vuole continuare con la strategia dello struzzo, tentando di posticipare il redde rationem tramite politiche creditizie lassiste, la politica fiscale può giocare un ruolo. La vera questione rimane però la sostenibilità del tutto, il resto è ancillare.

Che la politica fiscale in questo frangente serva come strumento complementare ad una politica monetaria che potrebbe essere meno efficace del solito non l'ho scoperto ora, potendosi leggere anche qui.

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