Il 4 Febbraio Mario Monti è stato ospite di Otto e Mezzo, dove si è discusso della crisi politica italiana e della crisi economica legata ai mutui subprime. La trasmissione può essere vista qui.
Monti ha affermato (al 12° minuto della registrazione):
"Io sono considerato abbastanza favorevole al mercato, ma, in una società, il mercato richiede un forte potere pubblico che lo disciplini. Un aspetto del forte potere pubblico è la capacità del potere pubblico di resistere alle pressione delle diverse lobby, confederazioni e quant'altro. Ora, qual è la origine della incapacità di resistere a queste pressioni? E' la mancanza, tra le parti politiche contrapposte, di un minimo di patto sul fatto che non devono giocare l'una contro l'altra per agevolare la prevalenza delle lobby."
Il che si potrebbe riassumere dicendo che un forte potere pubblico è necessario per impedire al potere pubblico stesso di elargire privilegi legali a vantaggio di determinati gruppi di pressione. Sono il solo a pensare che questo sia, quanto meno, wishful thinking?
Prima, si crea un potere in grado di privilegiare chiunque; un potere quasi illimitato, in grado di mobilitare gran parte delle risorse di un'intera nazione. Poi, si spera che i politici abbiano la buona educazione di non usare tale enorme potere in maniera "iniqua".
Non sarebbe molto più semplice, se non addirittura più coerente, limitare il potere pubblico, togliendo alla classe politica la possibilità stessa di elargire benefici ad alcuni a danno del resto della società? Eliminata la possibilità di vivere a spese degli altri, le pressioni lobbystiche sul potere pubblico perderanno la loro ragion d'essere.
PS E che dire dell'affermazione di Ferrara "Nè Berlusconi governerà in deficit, in modo liberista sfrenato"? Molti liberali ritengono che l'abbassamento delle tasse sia la principale battaglia del liberalismo, ma perchè preferire il deficit pubblico, o l'emissione di moneta, o la concessione di licenze? Minimizzare la quantità di risorse controllate dallo stato mi sembra un obiettivo coerentemente liberale; spostare da un gruppo sociale all'altro, in questo caso dai contribuenti attuali ai contribuenti futuri, i costi della politica no: è, del resto, proprio quello che fanno le lobby. Se uno dei più brillanti intellettuali italiani crede che il liberismo consista nell'irresponsabilità fiscale, i liberali hanno un serio problema di immagine.
5 commenti:
Ottimo, solo troppo generoso con Ferrara, la cui brillantezza intellettuale mi sembra in calando, eh eh...
Esiste un punto che Monti ha saltato, e cioè che lo Stato è per natura nel migliore dei casi un modo di comporre le istanze delle varie Lobby, il che rende surreale tutto il discorso di Monti (che ho sentito in diretta e che me lo ha pesantemente svalutato).
Il discorso di Monti filerebbe se sostituisse "il forte potere pubblico" con norme sovraordinate al potere stesso e di applicazione tanto semplice e meccanica (quindi: controllabile) da esautorare il sottostante potere esecutivo/legislativo di qualsiasi discrezionalità. Confidare nella sola buona fede dei politici a non abusare del proprio potere (quando le ricadute negative politiche e giuridiche sono trascurabili) mi pare nel migliore dei casi ingenuo. Togliere prerogative di discrezionalità, come dici tu eliminando il potere di attribuire privilegi, invece che costringerle in ambiti più meccanici e controllabili è però sicuramente più efficace.
Un ulteriore appunto: secondo una visuale Rothbardiana non ci sarebbe neppure bisogno di norme che controllino l'operato di certi enti, in quanto sarebbe la conoscenza del loro operato presso la comunità a decretare un giudizio con relativa reazione premiante (conferma elettorale/elettiva) o penalizzante (richiesta di dimissioni, perdita di voto) efficace. Assumendo che si sappia quel che combina il Governo, l'Italia è la dimostrazione che Rothbard o è un illuso visionario, oppure ha perfettamente ragione in quanto una larghissima parte della comunità giudicante è in realtà soddisfatta dell'operato pro-lobby di questo Stato, il che rende ancora più vuoto se non fuorviante il discorso di Monti.
Leonardo
ideashaveconsequences.org
Concordo con i primi due periodi.
Per quanto riguarda il terzo: penso che Rothbard, ben lungi dal ritenere non necessarie tali norme, le avrebbe considerate solo insufficienti.
Si può forse criticare il massimalismo libertario che vuole che il costituzionalismo non abbia alcun valore perchè in passato ha fallito (ma nel XX secolo tutti i vincoli al potere, sociologici, legali, economici, costituzionali, seguendo la quadripartizione di Panebianco*, hanno fallito), ma è ovvio che far fissare dei limiti sul potere politico a chi ha potere politico sia un'illusione.
Inoltre ritengo del tutto incompatibile con il pensiero di Rothbard l'idea che la maggioranza, se correttamente informata, possa governare bene. Il pensiero liberale è "anti-democratico" (se per democrazia si intende il dispotismo delle maggioranze), nel senso che fissa dei paletti che neanche la maggioranza non deve oltrepassare, e Rothbard non fa eccezione (tranne per il fatto che i paletti che fissano i limiti del potere... definiscono un insieme di misura nulla :-D).
La sottovalutazione del costituzionalismo da parte di Rothbard dipende da un giudizio, troppo frettoloso, sulla mancanza di meriti del costituzionalismo liberale classico, ma ciò non implica minimamente che "qualsiasi cosa le maggioranze decidano è giusto, basta che siano informate": questo è anzi l'esatto opposto del suo pensiero.
* Aggiungerei la separazione del potere di coercizione, cioè della forza.
Guarda ho pensato la stessa cosa, ma tu sei riuscito ad esprimerlo molto meglio di quanto avrei fatto io! Monti non si differenzia poi molto da Guido Rossi
Grazie. Comunque, se uno riesce a far passare un'idea tanto incoerente senza che nessuno si accorga dell'assurdità, vuol dire che lo statalismo è penetrato così in fondo alla forma mentis delle persone che sarà difficile estirparlo anche quando le sue assurdità sono evidenti. Questo punto me l'ha fatto notare un amico.
Posta un commento