martedì 12 febbraio 2008

Lirica, birra e alienazione

Il recente focus di Arianna Capuani sulla Lirica è stato positivamente commentato sul Sole24Ore da Salvatore Carrubba nell'articolo "Lirica in crisi: la società civile ha troppi alibi".

L'intervento statale fornisce un "alibi alla società civile", citando l'azzeccatissima espressione di Carrubba, perchè nessuno si interessa alla cultura, come a tante altre cose, in quanto "tanto ci pensa lo stato". E' il contrario di ciò che accade negli USA, dove secoli di stato minimo hanno conservato una società civile... di manica larga. In Italia non c'è l'abitudine di organizzarsi per scopi sociali o culturali: la partecipazione civile non esiste, esiste soltanto la lotta politica.

Carrubba considera "ideologica" l'idea che sia ingiusto tassare i contribuenti per qualcosa che dimostrano di non volere (come la musica lirica, o la mia birra preferita, non commercializzata per mancanza di mercato). Sono d'accordo a metà: l'idea di lasciare in pace i contribuenti è ideologica, ma nè più nè meno di ritenere la lirica più importante di loro.

Immagino ci siano centinaia di migliaia di persone che ritengono la lirica culturalmente rilevante, e che sarebbero disposte a sostenerla: più di quelle disposte a sovvenzionare la mia birra preferita. Come detto prima, però, in Italia non c'è l'abitudine a prendere iniziativa.

Ma se il problema è che impegnarsi socialmente è un'idea troppo lontana dalla mentalità italiana, non essendo noi abbastanza americani da pensare di migliorare la società con i nostri sforzi, perchè non rendere tutto estremamente facile? Servirebbe un qualcosa che non richieda impegno, qualcosa che richieda poco più che l'intenzione: niente visite all'Opera, niente ricerca di associazioni benefiche, niente visite dal commercialista. Qualcosa alla portata di una società civile inesistente o quasi.

Si potrebbe ad esempio introdurre nella dichiarazione dei redditi qualcosa come "Il sottoscritto non vuole pagare un Totpermille extra per sovvenzionare la musica lirica in Italia": chi barra la casella risparmia sull'IRPEF, chi non lo fa finanzia la lirica.

Il Fondo Unico per lo Spettacolo e gli enti locali sovvenzionano la lirica con circa 300 milioni di euro l'anno. Se nessuno barrasse la casella, basterebbe un Trepermile per ottenere di più. Infatti, l'Ottopermille fornisce il triplo del gettito, che però è indipendente dalle adesioni; mentre il Cinquepermille ha avuto adesioni del 60%, ma non costa nulla al contribuente. Probabilmente quindi la partecipazione al mio Totpermille sarebbe inferiore, ma un Diecipermille dovrebbe bastare anche con una partecipazione del 25%. Non credo che sarei il solo a farlo, anche se sarei il primo a non fare nulla se mi si dicesse di impegnarmi direttamente.

La proposta non è del tutto seria, se non altro perchè poco pensata. Ma l'idea che l'onnipresente intervento statale, direttamente o indirettamente, inibisca la cooperazione sociale mi sembra un problema grave e interessante. Lo statalismo è socialmente alienante: l'alibi che fornisce alla società civile è probabilmente tanto importante quanto i suoi effetti più strettamente economici.

Concludo facendo i complimenti all'autrice del Focus per il suo interessante e istruttivo articolo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Va là, mò fai il cascamorto! ;-DDD

Anonimo ha detto...

Il filo ad Arianna? E chi sono, Teseo? :-)

LF