martedì 19 febbraio 2008

Berlusconi, Veltroni e altre cose futili

Gli italiani saranno chiamati anzitempo per apporre la "crocetta sul pezzo di carta". Le macchine propagandistiche dei due schieramenti sono in moto, ed entrambe hanno lo stesso problema: convincere gli italiani che stavolta sarà diverso.

E' legittimo credere che uno dei due schieramenti sia il male minore. Ma nessuno dovrebbe recarsi alle urne illudendosi di fare qualcosa di utile per il Paese. Purtroppo, col fuoco incrociato dell'odio verso Berlusconi e verso comunismo, si riuscirà a indurre in molti un notevole coinvolgimento emotivo.

Cominciamo da Berlusconi. Il mantra è sempre lo stesso: meno tasse, più libertà. Sono d'accordo al 100%, anche di più. Poi però mi chiedo: abolire l'ICI, ampliare le infrastrutture (ma come fa un politico a valutare un investimento?), costruire termovalorizzatori... Ma chi paga? Io non ho mai visto gente sul mercato comprare senza la minima idea del prezzo: in politica è la norma.

Se per tagliare le tasse bisognerà aumentare il deficit, dov'è la libertà? Il me-vecchio pagherà ciò che al me-giovane è stato regalato. O, meglio, ciò che i politici di quando ero giovane hanno regalato ai loro alleati. Ma tant'è: sarebbe degno di un Tafazzi rompere in periodo elettorale l'illusione di poter tutti vivere a spese degli altri, di cui parlava Bastiat.

Non commento le sue proposte politiche sull'aumento dei consumi. Pare che ci sia un'epidemia globale di Keynesismo: le cicale hanno vinto. Esopo, si sa, era un sicofante della borghesia vittoriana.

Il problema di Berlusconi è convincere gli italiani che nel suo eventuale futuro governo farà ciò che nei cinque anni del precedente non aveva nemmeno cominciato a fare: qualcosa di liberale. La sua speranza è che due anni di Prodi abbiano fatto dimenticare la mediocrità del governo precedente.

La vera novità è che l'UDC corre da solo. Berlusconi ha colto la palla al balzo per far intendere che la mediocrità del suo precedente quinquennio era legata a Casini e soci. Possibile: "timeo democristianaos, ac vota ferentes", si potrebbe dire. Scommettiamo però che non cambierà nulla?

Parlare di Veltroni è più difficile. Sono di Roma, e per quasi un decennio è stato il mio sindaco, ma non mi sono accorto della sua esistenza. Probabilmente è perchè non vado ai concerti, al teatro, alle feste. Uso però i mezzi pubblici, vado in automobile, e cerco parcheggio: non mi sembra d'aver mai visto traccia di Veltroni in questi ambiti, blocchi del traffico esclusi, ovviamente.

Veltroni ha cominciato la campagna elettorale con dichiarazioni ecumeniche. Cerca di presentarsi come qualcosa di nuovo: togliere la muffa dalla maschera della "casta" è l'unico scopo delle campagne elettorali, a quanto pare.

Dice che il governo appena caduto ha risanato i conti e che quindi ora non è più necessario stringere la cinghia. Pazienza se ci sono dei seri dubbi su questo risanamento, e se si è discusso per tutta la vita del governo uscente su quale fosse il modo più populista di spendere un surplus congiunturale la cui consistenza, per non dire esistenza, è ancora oggi dubbia.

In quanto poi a promesse elettorali, che sono come quelle dei marinai (ma costano molto di più), è riuscito a fare molto più di Berlusconi, in queste prime fasi di preparazione alle elezioni. Il contribuente ha di che esser terrorizzato.

Dice che l'Italia è rimasta ancorata allo scontro ideologico. E che altro si poteva fare per distrarre gli italiani? Non c'è ragione di credere che questa tendenza finirà, a meno che non arrivi una classe politica in grado di risolvere i problemi del Paese. Sconsiglio di trattenere il fiato nell'attesa.

Se il problema fosse scegliere la persona più adeguata per vincere la Coppa dei Campioni, non avrei dubbi su chi scegliere; se fosse per organizzare un party con cantanti e ballerine, neppure. Purtroppo bisogna risolvere i problemi strutturali del Paese...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E se l'ICI non va abolita perchè si va in deficit che si fa??? Qual è la soluzione, non tagliare le tasse???

Anonimo ha detto...

Un cosa buona Berlusconi l'aveva fatta: nominare Tanzi (Vito) sottosegretario all'economia. Poi, non so esattamente perché, è andato via...
Per rispondere all'anonimo del commento: ci vuole l'onestà di dire che, per poter tagliare le tasse senza far scoppiare il deficit (e per fortuna che esiste Maastricht!), serve tagliare la spesa (o quanto meno arrestarne la crescita).
"Starving the beast", come documentato ampiamente da Romer&Romer, non è una politica particolarmente efficace.

Libertyfirst ha detto...

#1: la risposta è stata data da #2.

#2: Che lo starve the beast non funzionasse non funzionasse me n'ero intuitivamente reso conto. Ho sentito Tanzi a Sestri Levante ad un convegno dell'IBL, e ha detto cose interessanti. Non sapevo chi era prima di sentirlo, salvo pochi dettagli mi trovavo sostanzialmente d'accordo.

Il motivo per cui è andato via magari è lo stesso per cui l'unico economista liberale della ex CDL sta sempre a giocare a Risiko alla Difesa invece che andare al Ministero dell'Economia: è liberale. :-)

Alexis ha detto...

Tra l'altro sarebbe prioritario tagliare le aliquote delle imposte sui redditi piuttosto che un' imposta patrimoniale come l'ICI ...

Libertyfirst ha detto...

Non so. Ad occhio io partirei dalle imposte che influenzano maggiormente risparmi e investimenti, tipo IRAP, IRES e capital gain tax. Non ho mai riflettuto sull'argomento ma immagino questo aiuterebbe la crescita economica nel lungo termine anche attirando capitali esteri. Ovviamente inutile discuterne in Italia...