giovedì 21 febbraio 2008

Alitalia, il TAR ed Easyjet.

La notizia è di ieri, ed è una di quelle che forse non ti aspetti. Il TAR del Lazio ha deciso di non sospendere in via cautelare la trattativa in esclusiva tra Alitalia e AirFrance. La cordata di Toto sembra avere ricevuto una sconfitta e il colosso francese può presentare ora il suo piano di acquisto della compagnia italiana, senza avere l’incognita TAR sulle spalle.

La via della privatizzazione rimane comunque molto complicata; entro il 14 Marzo Spinetta farà la sua offerta per il 49,9 per cento del vettore italiano, sempre più in difficoltà.
Il bilancio di Alitalia dell’anno fiscale 2007 è molto pesante; le perdite sono ridotte, ma solamente grazie a minori spesi e maggiori entrate non ricorrenti. La vendita degli slot di Heathrow mostrano che la compagnia è sull’orlo del fallimento ed è sempre più necessaria la vendita ad un gruppo forte finanziariamente ed industrialmente.
AirOne, se volesse e ne avesse la capacità, potrebbe andare sul mercato e comprare azioni Alitalia, ma ad un prezzo di mercato e non ad un centesimo di euro come proposto nella sua offerta della fine dello scorso anno.

La vendita di Alitalia è stata troppo lunga; ormai sono 14 mesi da quando il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha preso la decisione coraggiosa di privatizzare l’azienda che negli ultimi nove anni ha bruciato più di 3 miliardi di Euro, in gran parte dei contribuenti italiani.

E Malpensa che fine farà?

La risposta migliore è di un manager che conosce bene il settore, Andy Harrison, amministrato delegato di Easyjet. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera di oggi, afferma giustamente che “Il concetto di hub, nel modo in cui lo intendeva Alitalia, è superato. Quel che serve sono compagnie efficienti…”.
Easyjet ha investito sullo sviluppo dell’aeroporto varesino, con il posizionamento di 15 aeromobili ed oggi la compagnia inglese, insieme a Ryanair, trasportano milioni di passeggeri in Lombardia. L’AD di Easyjet, che nel 2007 ha trasportato circa 14 milioni di passeggeri in più di Alitalia, afferma inoltre che per i voli intercontinentali potrebbe esserci l’interessamento di grandi compagnie aeree europee e asiatiche.

Il concetto di hub and spoke, sembra negli ultimi anni essere perdente rispetto al sistema point to point. L’apertura del mercato ha permesso la crescita di compagnie più efficienti che hanno rivoluzionato il mercato. Le stesse aziende produttrici di aerei sembrano aver visto vincente questo modello di business.
Milano Malpensa deve essere in grado di sfruttare al meglio questo cambiamento in corso e l’abbandono di Alitalia è sicuramente un vantaggio per l’aeroporto varesino, in quanto lascia spazio allo sviluppo di compagnie concorrenti.

In effetti Alitalia, nel suo piano industriale e di network, taglia delle rotte internazionali che sono in gran parte coperte da altri operatori. Questo provocherà un aumento del load factor delle compagnie concorrenti al vettore italiano. Le rotte intercontinentali eliminate sono meno di un quinto di quelle esistenti ed è necessario un impegno Governativo per la piena liberalizzazione dei cieli intercontinentali.
Gli effetti della liberalizzazione hanno avuto un impatto molto positivo sul trasporto aereo. La liberalizzazione europea ha permesso l’entrata di molti vettori concorrenti che offrono il servizio di trasporto aereo in un modo più efficiente. L’apertura del mercato tra Stati Uniti ed Unione Europea ha già generato i primi effetti positivi. Alcune compagnie, americane, britanniche e canadesi hanno annunciato a breve che saranno effettuate nuove tratte tra Milano Malpensa e gli Stati Uniti.

L’unica soluzione per Malpensa rimane dunque il mercato. L’errore dello scalo gestito dalla SEA in maniera non pienamente efficiente, è stato quello di legarsi ad una compagnia di bandiera che non ha mai saputo fare a prezzi di mercato il servizio di trasporto aereo.

La dirigenza SEA, al posto di fare causa ad Alitalia, dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. Rimane la convinzione, che se la SEA fosse stata gestita come un’azienda privata, avrebbe saputo cogliere meglio l’occasione dello sviluppo del mercato aereo europeo ed italiano.
Non bisogna scordarsi che negli ultimi 10 anni, il trasporto aereo italiano è cresciuto più del 100 per cento, paradossalmente anche grazie alla debolezza di Alitalia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"aeroporto varesotto" andrebbe meglio