giovedì 6 settembre 2007

Più mercato. Anche per le agenzie di rating

Se della delirante intervista di Giulio Tremonti al bravissimo Aldo Cazzullo abbiamo già detto, correttezza imporrebbe di segnalare che l'intervista di Tremonti al "Sole 24 Ore", pubblicata domenica scorsa, era assai meno delirante. Cioè, la materia prima del delirio era la medesima, ma in presenza di un cuoco più attento a dosare il lievito, perlomeno non è strabordata dal recipiente.
Soprattutto, pur concionando di critica al mercatismo, di storia che non è finita, di brusco risveglio, eccetera (del resto sempre di Tremonti si tratta), GT in quell'occasione ha dato uno spunto originale. Per le agenzie di rating, ha detto l'antimercatista, ci vorrebbe più mercato.
Lo spunto è ripreso ed ampliato da questo interessante articolo di Benedetto Della Vedova e Piercamillo Falasca per Libero mercato.
Questo il nocciolo dell'articolo:
Ciò detto, un problema esiste. Il settore del rating è fortemente oligopolistico, da decenni limitato a soli tre operatori a causa delle severe barriere all’ingresso poste dalla SEC americana (i mercati europei hanno di fatto un ruolo marginale). Qualche giorno fa Giulio Tremonti ha parlato di anomalia istituzionale. In effetti, è quanto meno discutibile che uno dei meccanismi vitali di controllo del mercato sia affidato ad un oligopolio. La mancanza di concorrenza non aiuta la qualità del settore e lo sviluppo di metodi di valutazione innovativi e trasparenti. Probabilmente (e nell’interesse delle stesse agenzie), il sistema finanziario necessita di un mercato del rating più ampio, aperto ad una varietà di agenzie specializzate in ambiti peculiari (i derivati dei subprime, ad esempio), per tipologia di strumento o per area geografica.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Salve,

lo sapevate che il debito pubblico è una truffa colossale ai danni del popolo sovrano e che consiste nella stampa e nella emissione a costo zero, dal nulla e senza copertura, di denaro, da parte delle banche centrali (BCE., FEED, Bankitalia S.P.A, ecc. - banche private e non pubbliche come vorrebbero farci credere), che viene poi prestato al suo valore nominale e con gli interessi(in cambio di titoli di stato), agli stati nazionali i quali, anzichè stampare moneta "preferiscono" farsela dare in tal guisa dai banchieri, per i bisogni della collettività?

Lo sapevate che le tasse che sborsa il popolo "bue" per pagare questo debito-truffa e i relativi interessi servono SOLO ad arricchire le banche e chi ci sta dietro e... a lato?

Se non ci credete, cercate su internet la parola "signoraggio".

Scoprirete una realtà sconvolgente!