Il primo ad intervistarlo è il Corriere della sera, direi giustamente, visto che il quotidiano di Via Solferino ha fatto in questi anni su Monti un investimento importante: sia come commentatore che come riserva della Repubblica, visto che credo lo abbiano candidato a tutto, eccezion fatta (forse) per la presidenza dell'associazione Marinai d'Italia di Sesto San Giovanni.
Interrogato da Dario Di Vico, Monti ritorna su cose che ha già detto in passato e chiarisce i termini della questione. Il primo punto, fondamentale, è quello riassunto dal titolo ("L'Europa è un potere forte"). Dice Monti:
Dimostrando di saper agire anche nei confronti delle grandi aziende del Paese più potente si dimostra che la politica della concorrenza non è un'ideologia che punta a sacrificare i bastioni dell'impresa europea, ma tutela i consumatori europei a 360 gradi. L'Europa è un grande mercato del quale nessun colosso al mondo può fare a meno. La Ge o la Microsoft sono costrette a fare i conti con la Commissione perché non possono permettersi di non essere presenti sul mercato europeo. E ciò dimostra che anche questa è la vera forza dell'Europa unita e non solo il valore delle sue imprese produttive.In un'intervista in cui l'ex Commissario avrebbe dovuto spiegare come l'Antitrust Ue "non punisce le aziende" ma "restituisce lo scettro ai consumatori", è un'ammissione paradossale. Ma che risplende in tutta la sua chiarezza nello scambio successivo, con Di Vico.
E Nicolas Sarkozy che l'ha voluta nella suo board di consulenti cosa penserà di questa sentenza?Riepiloghiamo il senso delle due risposte estrapolate dall'intervista: (1) la "forza dell'Europa" più che nell'insieme "delle sue imprese produttive" sta nel lobbismo regolatorio della Commissione (grandi multinazionali Usa "sono costrette a fare i conti con la Commissione perché non possono permettersi di non essere presenti sul mercato europeo"). Il che, fra parentesi, ci spiace per il Professor Monti, ma equivale ad ammettere che la Commissione interpreta l'antitrust come un surrogato della politica industriale (cosa che Monti stesso, poche righe prima, si affaticava a smentire, salvo smentirsi elegantemente da solo); (2) un Commissario che sa "farsi rispettare Oltreatlantico", in un continente caratterizzato da protezionismo ed antiamericanismo, sta accumulando capitale politico. Mal che vada, l'età della pensione è allietata dalle allegre sessioni della Commissione Attali.
Se fossi un francese sarei orgoglioso di un'Europa che sa farsi rispettare Oltreatlantico.
Ricapitolando: l'Europa è un potere forte, ma sfortunatamente privo di cannoni. La tutela della concorrenza può fare le veci della politica estera - basta colpire opportunamente aziende che battono bandiera nemica.
Il resto dell'intervista è propaganda nemmeno troppo argomentata. Solo un'ultima considerazione. Sul bundling, Monti dice che è "vero che quando si acquista un auto si trovano già dentro radio e accendino ma non c'è nessun costruttore di auto che abbia il 96% del mercato", e giustifica la sanzione del bundling in nome del disincentivo ad entrare in un mercato che la sola esistenza di posizioni dominanti produrrebbe. Nel sottotitolo dell'intervista, si legge che "la regolazione dei mercati serve a dare lo scettro ai consumatori".
Ecco, il fatto che un ex Commissario europeo non sappia o non si sia reso conto che quella situazione dominante, quel 96%, è precisamente il risultato non dell'arbitrio dei regolatori ma delle libere scelte quotidiane dei consumatori, mi sembra grave.
6 commenti:
molto intiresno, grazie
necessita di verificare:)
imparato molto
necessita di verificare:)
quello che stavo cercando, grazie
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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