martedì 18 settembre 2007

Alitalia, Sea e la politica.

Il Corriere della Sera riporta l’ennesima intrusione di campo di un politico nella partita Alitalia. Questa volta è il ministro Rutelli che afferma che la compagnia di bandiera italiana non deve finire sotto il “dominio di compagnie straniere", ma sarebbe opportuno un salvataggio da parte degli industriali italiani. L’altra soluzione proposta dal Ministro è la fusione con AirOne.
Settimana scorsa erano stati il governatore della Lombardia e il sindaco di Milano, preoccupati dall’abbandono di Malpensa da parte di Alitalia, che erano scesi in campo.

Quale ruolo per il mercato?
Alitalia e la Sea dovrebbero essere compagnie che agiscono sul mercato. In particolare Alitalia che opera in un settore molto concorrenziale dovrebbe seguire le regole imposte dal mercato per potersi salvare.
Il piano dell’amministratore delegato di Alitalia Prato ha scelto una direzione: per salvare la compagnia, oltre ad attuare altre azioni, è necessario eliminare il doppio hub. Questa decisione era essenziale (Vd. IBL Focus N°69).
Link: http://brunoleoni.servingfreedom.net/Focus/IBL_Focus_69_Giuricin.pdf .
La risposta alla domanda se sia giusto puntare su Fiumicino piuttosto che su Malpensa solo il mercato sarà in grado di darla. Se l’amministratore non ha seguito solo una logica di mercato, ma si è lasciato influenzare dai politici, probabilmente Alitalia andrà incontro al fallimento.
La Sea gestisce gli aeroporti di Milano e dovrebbe cercare sul mercato altri operatori che si sostituiscono ad Alitalia. L’offerta di Ryanair, compagnia straniera, non può lasciare indifferente i vertici della società. Altre offerte probabilmente arriveranno nelle prossime settimane da parte di altre compagnie, poiché Milano è un bacino aeroportuale molto interessante.
Malpensa è uno dei pochi grandi aeroporti europei che non conosce la saturazione (Vd.London - Heathrow) e ha una grande potenzialità di crescita. Tutto il mercato italiano del settore aereo ha dei grandi potenzialità di crescita, in quanto l’Italia è fanalino di coda dell’Unione Europea per numero di viaggi aerei per abitante.

Quale ruolo per i politici?
La situazione bizzarra è la compagine azionaria di Alitalia e Sea. Entrambe sono in mano a politici, ma mentre la compagnia di bandiera perde 600 milioni di Euro l’anno a causa della concorrenza introdotta dall’Unione Europea nel mercato aereo, il gestore aeroportuale milanese produce milioni di utili, giovandosi della situazione di monopolio naturale in cui si trova.
I politici dovrebbero lasciare al mercato lo sviluppo delle società e dovrebbero dare indipendenza d’azione agli amministratori delegati delle società.

In sintesi, in Italia, nel settore del trasporto aereo, è necessario che il ruolo della politica sia ridimensionato e che il mercato sia lasciato libero da altri eventuali impedimenti (Vd.IBL Briefing Paper N°43)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per non parlare dello scandaloso conflitto di interessi di un governo che, da un lato, come azionista di Alitalia, non ha incentivi a lasciar liberi gli slot migliori a Malpensa (onde impedire l'accesso ai concorrenti), ma dall'altro è, di fatto, chiamato a scegliere, seppur indirettamente, del destino di quegli slot. Il buon ministro TPS con quale maschera sceglierà: quella di Alitalia, o quella del paladino della concorrenza? Visto che, decisione governativa del 22-12-2006 (sotto Natale, forse per nascondere la cosa):

Il rilievo economico del settore impone l’attribuzione dei compiti di regolazione economica - volti a promuovere la concorrenza, la trasparenza del mercato e la tutela degli utenti consumatori, ivi compresi quelli diretti a garantire un’equa e non discriminatoria assegnazione degli slot, anche ai fini di una efficiente gestione degli stessi - ad un soggetto indipendente dagli interessi regolati, che operi mediante un meccanismo di autofinanziamento a carico del mercato.
Nell’intento di perseguire tali scopi, il criterio di cui alla lettera g) prevede, a garanzia del massimo grado di indipendenza ed efficacia operativa, la riconduzione a soggetto pubblico di tali compiti di regolazione ivi compresa la gestione degli slot (attualmente affidata ad un soggetto di natura privata.)


(Riferimenti 1 e 2.)

Anonimo ha detto...

Sveglia amici!!!

Lo sapevate che il debito pubblico è una truffa colossale ai danni del popolo sovrano e che consiste nella stampa e nella emissione a costo zero, dal nulla e senza copertura, di denaro, da parte delle banche centrali (BCE., FEED, Bankitalia S.P.A, ecc. - banche private e non pubbliche come vorrebbero farci credere), che viene poi prestato al suo valore nominale e con gli interessi(in cambio di titoli di stato), agli stati nazionali i quali, anzichè stampare moneta "preferiscono" farsela dare in tal guisa dai banchieri, per i bisogni della collettività?

Lo sapevate che le tasse che sborsa il popolo "bue" per pagare questo debito-truffa e i relativi interessi servono SOLO ad arricchire le banche e chi ci sta dietro e... a lato?

Se non ci credete, cercate su internet la parola "signoraggio".

Scoprirete una realtà sconvolgente!

(già in Tocqueville se ne parla!)