In un intervento pubblicato su Repubblica di oggi (pag. 2) il Sindaco di Milano Moratti e il Presidente della Lombardia Formigoni intervengono in favore di Malpensa e (ri)prongono il tema della 'moratoria' (la rinuncia per un periodo di tre anni da parte di Alitalia alla riduzione dei voli da/per Malpensa). Le argomentazioni utilizzate a sostegno della proposta appaiono tuttavia piuttosto deboli:
1) Il progetto di Malpensa come hub non ha retto alla prova del mercato: l'imposizione extraaziendale (leggasi imposizione politica) ad Alitalia alla fine degli anni '90 di trasferire al Nord i suoi collegamenti intercontinentali ha zavorrato la gestione con perdite consistenti che, sommate ad altre inefficienze, stanno azzerando il valore dell'azienda.
2) Le statistiche sulla composizione della domanda del trasporto passeggeri smentiscono la tesi della validità di Malpensa come hub dell'Alitalia.
Sarà pur vero che la clientela business (sia italiana outgoing che straniera incoming) è interessata a volare sulla metropoli milanese, tuttavia ogni 100 passeggeri totali che volano su rotte internazionali da/per l'Italia oltre 80 viaggiano su rotte europee (a breve/medio raggio) e sono pertanto prioritariamente interessati a collegamenti point to point, non hub&spoke. Inoltre, qualora interessati al sistema aeroportuale milanese, preferiscono nettamente Linate a Malpensa.
Dei rimanenti 20 passeggeri che viaggiano su rotte intercontinentali, per i quali rimane valido l'hub&spoke e l'ipotesi Malpensa, sono solo 5, tra italiani e stranieri, coloro che viaggiano per affari. Due di essi, inoltre, sono stranieri in entrata in Italia ed è molto dubbio che prendano in considerazione di viaggiare con Alitalia.
I rimanenti 15 passeggeri, che viaggiano per vacanza o per altri motivi personali, sono dati da 9 stranieri in entrata e 6 italiani in uscita. I 9 turisti extrauropei in entrata, tuttavia, desiderano visitare il Vaticano e il Colosseo molto più che la Madonnina. I 6 italiani che vanno per vacanza in altri continenti, invece, potrebbero anche essere tutti del Nord ma almeno 3 viaggiano con vettori charter o vettori non italiani (e quindi non Alitalia).
In definitiva il bacino d'utenza potenzialmente interessato a Malpensa come hub di Alitalia è una percentuale ridottissima del traffico internazionale totale: non più di 3 manager italiani e 6 vacanzieri italiani in uscita verso altri continenti su 100 passeggeri internazionali totali, corrispondenti a circa 6 milioni di viaggiatori. Ma di questi viaggiatori potenziali la quota di mercato effettiva di Alitalia è inferiore al 50%.
3) In maniera più sintetica si può ricordare che il traffico intercontinentale di Alitalia da/per Malpensa pesa sul traffico complessivo passeggeri di Malpensa solo per poco più del 10%.
Si può trarre qualche insegnamento da questa disputa piuttosto priva di senso economico? L'AD di Air France ha ripetuto in diverse occasioni, credo piuttosto stupito, che "di solito sono gli aeroporti al servizio dei vettori aerei, non viceversa". Questo, infatti, è il modello 'di mercato' valido in tutto il mondo: gli aeroporti sono al servizio dei vettori i quali, a loro volta, sono al servizio del consumatore che appare essere 'sovrano'. In Italia vige invece un modello eccentrico: è il vettore di bandiera da ormai dieci anni al servizio dell'aeroporto di Malpensa e sono i contribuenti, molti dei quali non hanno mai messo piede su un aereo, al servizio del vettore di bandiera. Un modello davvero stupefacente, ma ciò che stupisce di più è l'incapacità del centro destra di comprenderne l'assurdità e di persistere nella sua difesa: l'obiettivo della libertà economica cede il passo di fronte al desiderio di 'sovranità' (aeroportuale) della Padania! Tuttavia se si persiste con questo modello si arriverà non all'obiettivo di moratoria della sospensione dei voli Alitalia su Malpensa bensì alla moratoria dei voli Alitalia. Per fallimento del vettore.
2 commenti:
fuori mercato?
e cos'è conforme al mercato?
prima si fa una gara
poi si sceglie il vincitore (air france)
infine, dopo che tutti gli altri competitor sono stati eliminati si accetta il prezzo (prendere o lasciare) fissato unilateralmente dal vincitore
ma di che mercato andiamo parlando?
Quanto alle "statistiche su malpensa" a parte che le statistiche possono dimostrare tutto e il contrario di tutto, osservo che guarda caso tutti i sistemi territoriali in concorrenza con la lombardia hanno un hub.
Se togli a un paese la stazione TUTTE LE CASE DEL PAESE SI DEPREZZANO, non solo quelle di chi ha l'abbonamento al treno.
BENNY
CONCORDO E AGGIUNGO:
LE STATISTICHE SUL TRAFFICO DI MALPENSA, COI' COME PRESENTATE, NON SIGNIFICANO NULLA.
"SOLO" 20 PASSEGGERI SU 100 PROVENGONO DA VOLI INTERCONTINENTALI, DI CUI 5 BUISINESS CLASS... E GLI ALTRI 15 ...ECC....
E ALLORA?
AMMESSO CHE QUESTI DATI SIANO CORRETTI NON SERVONO A SPIEGARE:
QUANTO A ALITALIA: SE HANNO UN'INCIDENZA CAUSALE NEL DISSESTO. nON CREDO CHE ALITALIA GUDAAGNI NEI VOLI CONTINENTALI E PERDA IN QUELLI INTERCONITINENTALI
QUANTO A MALPENSA: QUELLO CHE IN REALTA' CONTA NON E' LA PERCENTUALE DEI VIAGGIATORI INTERNAZIONALI A 10 ANNI DALL'ESORDIO MA IL TREND: I PASSEGGERI AUMENTANO O DIMINUISCONO? SE SI FOSSE FATTA A 10 ANNI DALL'APERTURADI HEATROW O DI TEMPELHOF LA STESSA RILEVAZIONE STATISTICA CHE FAI TU OGGI SU MALPENSA QUALI SAREBBERO STATI I RISULTATI?
PAOLO
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