A che servono i think tank in campagna elettorale? Per Wikipedia, un think tank è "è un organismo, un istituto, una società o un gruppo, tendenzialmente indipendente dalle forze politiche (anche se non mancano anche think tanks governative), che si occupa di analisi delle politiche pubbliche e quindi nei settori che vanno dalla politica sociale alla strategia politica, dalla economia alla scienza e la tecnologia, dalle politiche industriali o commerciali alle Consulenze militari". Chiosa: "Tali organismi assicurano dati, informazioni, consigli e previsioni ai policy makers (coloro che realizzano le politiche pubbliche)". Pare lecito supporre che i think tank dovrebbero pertanto fornire idee, visioni, proposte ai partiti in gara per il governo del Paese.
Ma invece, che cosa succede in Italia? I think tank sono serbatoi sì, ma di idee ne escono pochine. In compenso escono candidati: dall'Arel di Enrico Letta Marianna Madia e Alessia Mosca, per il Pd, da Magna Carta una simpatica foto di gruppo di "donne e uomini di Magna Carta", tutti rigorosamente candidati per il Pdl, e lasciamo perdere gli istituti fondati espressamente per ragioni di promozione personalistica (Liberal, Italianieuropei, Free, et cetera). La novità del giorno è che i think tank sono pure un serbatoio di comparse televisive: la PerlaPavoncello che Berlusconi si immagina come nuora, è precaria sì (ma si è precari a ventiquattro anni con un contrattoa dieci mesi? E' lecito aspettarsi il posto fisso quando non si è neanche laureati?), ma alla Fondazione Rosselli.
Insomma, fondazioni, istituti di ricerca, centri di pensiero sono in grande spolvero in questa campagna elettorale. Partecipano attivamente. E i "dati, informazioni, consigli e previsioni" chedovrebbero fornire ai "policy makers"? Missing in action.
1 commento:
Credo che tu abbiamo ragione. Il problema è grave e credo derivi dalla mancanza di indipendenza. Per accorgerci di questa lacuna basta accendere la tv e guardare i nostri servizi giornalistici - tutti di parte con dei giornalisti incapaci di controbattere alle affermazioni senza senso dei nostri politici.
Mi dispiace poi che la gente non guardi il digitale terrestre, perchè ogni giorno sulla BBC c'è "Hard Talk" con un giornalista vero, capace di dire "Mi dispaice ma lei mi stà prendendo in giro, i dati dicono un'altra cosa". In Italia, invece, il giornalista fa finta di niente e passa avanti.
Quindi, se i giornalisti sono così, non ci si può aspettare niente di buono dai "Think Tanks". Lì il raginamento critico non esiste, solo un idea che continua a girare e rigirare, finchè non la impari, una specie di kuttāb.
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