martedì 7 agosto 2007

Poste Italiane: IBL chiama, Catricalà risponde (kind of...)

L'ambizione di chi fa il nostro lavoro è certamente quella di dare diffusione alle idee, ma anche quella d'influenzare la pratica azione di politici e funzionari. Non sappiamo se questo sia il caso, e non è certo determinante. Ciò che balza all'occhio - con soddisfazione - è che qualcuno, all'AGCM, si sia finalmente accorto delle storture - per usare un eufemismo - del settore postale ed abbia deciso di guardare più a fondo (qui il comunicato; qui il provvedimento). Per parte nostra, avevamo denunciato la situazione in questo Briefing Paper e, soprattutto, in questo Focus, dedicato al tema specifico delle Agenzie private di recapito, la cui marginalizzazione ad opera di Poste Italiane ha dato il la all'indagine dell'Antitrust. Secondo l'Autorità:
[...] gli accordi di fornitura stipulati nel periodo dicembre 2000- gennaio 2007 con i concorrenti precedentemente titolari di concessione di servizi postali, insieme alle previsioni contenute nel Bando di gara emanato nel maggio 2007, potrebbero configurare una strategia unitaria di POSTE mirante a estendere e rafforzare la propria posizione dominante sui mercati dei servizi attualmente liberalizzati e su quelli che lo saranno in un prossimo futuro.
Esattamente la tesi da noi sostenuta. Ora, se veramente a Piazza Verdi si consultino le nostre analisi non ci è dato sapere, sebbene questa bella intervista ad Antonio Pilati, autorevole componente dell'AGCM, autorizzi a crederlo; ma che - nel caso specifico - si sia giunti alle nostre medesime conclusioni, e s'intenda combattere un vero monopolio (alias un monopolio pubblico) è di per sé una notizia da celebrare.

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