Le affermazioni del capogruppo del Partito Democratico Antonello Soro circa la preoccupazione che Alitalia non abbia il denaro sufficiente a pagare gli stipendi di maggio sono alquanto allarmanti; tuttavia le rassicurazioni del Ministro Matteoli dovrebbero fugare ogni dubbio, anche perché i 300 milioni di Euro del prestito ponte sono una boccata d’ossigeno per la compagnia.
La situazione rimane comunque nella piena incertezza, mentre il Consiglio d'Amministrazione della compagnia rimane con il numero minimo legale di consiglieri e senza un amministratore delegato operativo.
Alitalia a fine febbraio aveva praticamente azzerato la disponibilità finanziaria netta a breve; le operazioni straordinarie di vendita di azioni AirFrance, il rimborso tributario ricevuto il 2 Aprile scorso e il prestito ponte hanno dato la possibilità alla compagnia di sopravvivere ed avere denaro sufficiente a fare fronte alle uscite dei prossimi mesi estivi. Nel periodo estivo la compagnia non dovrebbe bruciare altro denaro grazie alla positiva stagionalità del settore.
La compagnia rimane in crisi profonda ed è necessaria una ricapitalizzazione di almeno un miliardo di Euro. Il possibile rientro nel processo di vendita da parte di AirFrance è positivo, perché la compagnia francese è in grado di assicurare investimenti importanti nel vettore italiano e si configura come una soluzione di mercato. Non è possibile che i contribuenti italiani paghino la sopravvivenza di Alitalia con l’ennesimo aiuto di stato.
Il vettore nel primo trimestre ha peggiorato i propri conti avendo avuto costi per 115 Euro ogni 100 Euro di ricavi. L’offerta della compagnia è diminuita del 5,2 per cento, ma la domanda è peggiorata in maniera più rilevante essendo caduta del 10 per cento; nonostante gli aerei abbiano volato meno, i costi per il personale sono aumentati dello 0,5 per cento. La produttività del personale Alitalia è peggiorata nel primo trimestre nonostante la crisi porti sempre più vicino al commissariamento.
I vettori in questa prima parte dell’anno e ancor più nei prossimi mesi dovranno far fronte all’incremento dei costi del carburante ed Alitalia, avendo aeromobili molto vecchi e dispendiosi in carburante, sarà colpita più gravemente.
Il mercato aereo in Italia, dopo essere cresciuto del 10 per cento nel 2007, nei primi tre mesi del corrente anno il numero di passeggeri è ancora aumentato del 7,5 per cento.
Le occasioni per le compagnie efficienti rimangono molto interessanti perché il mercato è liberalizzato a livello nazionale, europeo ed Atlantico.
Il Governo Italiano deve assumersi la responsabilità di trovare una soluzione di mercato nella vendita di Alitalia, pena il commissariamento della compagnia e deve dare a Malpensa la possibilità di sostituire il vettore di bandiera tramite l’apertura delle rotte intercontinentali con nuovi accordi bilaterali. Lo scalo lombardo in parte ha già coperto la partenza di Alitalia grazie alle possibilità offerte dalla liberalizzazione europea; proprio questo processo d’apertura del mercato ha dimostrato che poco importa la nazionalità del vettore per lo sviluppo del settore.
Il mercato aereo italiano è più che raddoppiato negli ultimi 10 anni grazie alle compagnie straniere e non certo grazie ad Alitalia.
In questo clima di "condizionale d'obbligo" per Alitalia solo due cose dovrebbero essere meno condizionali: la liberalizzazione delle rotte intercontinentali non ancora liberalizzate e una soluzione di mercato per la privatizzazione di Alitalia.
Alitalia a fine febbraio aveva praticamente azzerato la disponibilità finanziaria netta a breve; le operazioni straordinarie di vendita di azioni AirFrance, il rimborso tributario ricevuto il 2 Aprile scorso e il prestito ponte hanno dato la possibilità alla compagnia di sopravvivere ed avere denaro sufficiente a fare fronte alle uscite dei prossimi mesi estivi. Nel periodo estivo la compagnia non dovrebbe bruciare altro denaro grazie alla positiva stagionalità del settore.
La compagnia rimane in crisi profonda ed è necessaria una ricapitalizzazione di almeno un miliardo di Euro. Il possibile rientro nel processo di vendita da parte di AirFrance è positivo, perché la compagnia francese è in grado di assicurare investimenti importanti nel vettore italiano e si configura come una soluzione di mercato. Non è possibile che i contribuenti italiani paghino la sopravvivenza di Alitalia con l’ennesimo aiuto di stato.
Il vettore nel primo trimestre ha peggiorato i propri conti avendo avuto costi per 115 Euro ogni 100 Euro di ricavi. L’offerta della compagnia è diminuita del 5,2 per cento, ma la domanda è peggiorata in maniera più rilevante essendo caduta del 10 per cento; nonostante gli aerei abbiano volato meno, i costi per il personale sono aumentati dello 0,5 per cento. La produttività del personale Alitalia è peggiorata nel primo trimestre nonostante la crisi porti sempre più vicino al commissariamento.
I vettori in questa prima parte dell’anno e ancor più nei prossimi mesi dovranno far fronte all’incremento dei costi del carburante ed Alitalia, avendo aeromobili molto vecchi e dispendiosi in carburante, sarà colpita più gravemente.
Il mercato aereo in Italia, dopo essere cresciuto del 10 per cento nel 2007, nei primi tre mesi del corrente anno il numero di passeggeri è ancora aumentato del 7,5 per cento.
Le occasioni per le compagnie efficienti rimangono molto interessanti perché il mercato è liberalizzato a livello nazionale, europeo ed Atlantico.
Il Governo Italiano deve assumersi la responsabilità di trovare una soluzione di mercato nella vendita di Alitalia, pena il commissariamento della compagnia e deve dare a Malpensa la possibilità di sostituire il vettore di bandiera tramite l’apertura delle rotte intercontinentali con nuovi accordi bilaterali. Lo scalo lombardo in parte ha già coperto la partenza di Alitalia grazie alle possibilità offerte dalla liberalizzazione europea; proprio questo processo d’apertura del mercato ha dimostrato che poco importa la nazionalità del vettore per lo sviluppo del settore.
Il mercato aereo italiano è più che raddoppiato negli ultimi 10 anni grazie alle compagnie straniere e non certo grazie ad Alitalia.
In questo clima di "condizionale d'obbligo" per Alitalia solo due cose dovrebbero essere meno condizionali: la liberalizzazione delle rotte intercontinentali non ancora liberalizzate e una soluzione di mercato per la privatizzazione di Alitalia.
1 commento:
Lo stato di salute di un paese si misurava indirettamente con la Borsa, oggi il Dubaui, per ultimo, condiziona quelle di tutto il mondo trascinandosi produzione e consumi interni, finche' riguardasse solo l'export....
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