giovedì 24 luglio 2008

Per limite, il cielo

Oggi sul Sole 24 Ore c'è una lunga intervista di Antonio Catricalà, col sempre ottimo Orazio Carabini. Il Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato dice cose talora condivisibili (sulle tv: "la Rai si può privatizzare e il servizio pubblico mettere a gara"), talora meno condivisibili (no alla separazione di Snam Rete Gas perché "chi la compra? (...) è lecito temere che si facciano avanti mani forti"). Dice anche cose che fanno tremare i polsi.
In particolare:
bisogna verificare che non ci siano fenomeni speculativi dietro l'andamento dei mercati finanziari e delle materie prime. Ciascuno di noi sensibilizzerà le proprie consorelle europee e mondiali. Per quanto riguarda l'Antitrust, del resto, il tema della speculazione è molto vicino a quello dell'intesa collusiva. Il confine è labile e se viene superato noi siamo obbligati a intervenire. 
Nota bene:
Domanda di Carabini: Il cartello più evidente è l'Opec
Risposta di AC: Negli Stati Uniti stanno studiando il problema e anche l'Europa dovrebbe farlo. A esportare petrolio sono delle imprese, non gli Stati. 
Nota mia: E mentre con gli Stati tutto va bene madama la marchesa, le imprese le possiamo mazzuolare!
Nel merito, è vero che l'Antitrust riesce quasi sempre a trovare nei prezzi una ragione d'intervento: se sono bassi, sono "predatori". Se sono tutti uguali, c'è un cartello. Se sono troppo alti, c'è potere di mercato. E' vero che nel tempo si sono anche incastrate queste diverse ipotesi  a giustificare particolare interventi: ad esempio, si sono ipotizzati prezzi predatori come forma di retaliation contro l'impresa "scartellante" che aveva venduto a prezzi inferiori a quelli praticati dal cartello. Si è sostenuto che anche senza un accordo esplicito, momenti di coordinamento fra produttori portassero ad un aumento dei prezzi. Cervellotico e poco persuasivo, ma lo si è detto, scritto, e pensato. 
Ma la speculazione finanziaria, che c'entra con la collusione? Di per sé, nulla - almeno bisognerebbe aver chiaro chi collude. Il cartello c'è ed è dichiarato: l'Opec. Ma che c'entra il cartello con la miriade di operatori finanziari che scommette su prezzi al rialzo? Soprattutto, che vuol fare l'Antitrust italiana? Se il cartello del petrolio esiste, è anche perché le risorse sono concentrate in un certo angolo di mondo, e gestite da un numero limitato di persone i cui interessi sono in certa misura convergenti. Qual è la politica della concorrenza, in questo caso? La guerra all'Iraq?
Notasi che ovviamente, per partire alla volta del cartello dell'Opec Catricalà ipotizza un cartello delle "consorelle": Antitrust di tutto il mondo unitevi.
Al di là dell'insensatezza del ragionamento, ciò che colpisce è la distanza con la liquidazione del tema della separazione della rete del gas. Da una parte, c'è una cosa sulla quale l'Antitrust potrebbe incidere. Dall'altra, una roba che nella migliore delle ipotesi è una chiacchiera in libertà. L'Agcm vuole sconfiggere l'Opec. Benissimo. E la settimana prossima, che mettiamo nel mirino? La fame nel mondo, l'obesità, il fumo passivo, il riscaldamento globale? Ma ovviamente Catricalà, che è un grande comunicatore e un bravissimo politico, si espone proprio su un tema del quale nessuno potrà mai chiedergli conto. Mentre mette la polvere sotto il tappeto, in una questione di concorrenza che un'Autorità benintenzionata farebbe bene a prendere di petto.

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