martedì 18 dicembre 2007

Il sorpasso annunciato

Eurostat, l’istituto di statistica Europeo, ha così sentenziato: nel 2006 il prodotto interno lordo spagnolo pro-capite a parità di potere d’acquisto ha superato quello italiano.
Ponendo pari a 100 la media dell’Unione Europea a 27 Stati, l’Italia ha un valore indice pari a 103, mentre la Spagna ci supera di due punti.

La crescita del Paese Iberico è stata negli ultimi 3 anni più veloce rispetto la media europea e, da un valore pari a 101 nel 2004, è arrivato appunto a 105 nel 2006. In Italia, dove la crescita economica è stata molto bassa negli ultimi anni, il valore indice è passato da 107 nel 2004 a 103 nel 2006.
Chiaramente questi dati sono da utilizzare tenendo in considerazione che la metodologia PPS (Purchasing Power Standard) non è perfetta; ma come funziona questa metodologia? Semplicemente si confronta il prodotto interno lordo pro-capite di ogni paese e lo si divide per la parità di potere di acquisto.
Prendendo uno stesso paniere di beni, si vede quale è il costo di questo paniere in ogni paese dell’Unione Europea; così facendo è possibile confrontare il PIL pro-capite tra i diversi Stati.
La metodologia forse non è perfetta, ma sicuramente è una delle migliori possibili per potere misurare e confrontare il PIL tra i diversi Paesi europei.

La Spagna, grazie alla spinta delle liberalizzazioni dei governi Aznar e non interrotte dal governo Zapatero, è riuscita ad imprimere una crescita economica molto importante, superiore al 3,5 per cento annuo. Il turismo e l’edilizia sono due motori essenziali della crescita del Paese e sono due settori che hanno permesso una notevole diminuzione della disoccupazione (oltre ad un mercato del lavoro flessibile).
Il paese iberico inoltre ha dimostrato come sia essenziale, in un contesto di competizione globale, saper fare il cosiddetto “sistema paese”: la vittoria nell’assegnazione delle Olimpiadi Barcelona 1992, la America’s Cup di Vela e l’Expo di Saragoza 2008 dimostrano la capacità degli spagnoli. Dietro l'affermazione "sistema Paese" non si deve però nascondere del dirigismo statale, bensì significa saper coinvolgere tutti gli stakeholder di un evento; infatti anche un'Olimpiade o un Mondiale di Calcio devono tenere conto di un'analisi preventiva costi - benefici...

Bisogna dire che non è tutto oro quello che luccica: la Spagna ha anche degli elementi di debolezza strutturale, quali una crescita economica molto legata all’edilizia, che pesa per più del 15 per cento dell’economia, una bassa propensione agli investimenti in ricerca e sviluppo (come l’Italia) e, a mio parere, la troppo stretta connessione tra il mondo bancario e l’industria.

La Spagna non è la “Terra Promessa”, ma sicuramente può insegnarci diverse cose. Le liberalizzazioni in Italia potrebbero aiutare a renderci più competitivi in un’economia sempre più globalizzata e potrebbero anche aiutarci ad incrementare il nostro PIL pro-capite a dei tassi simili a quelli europei.

Nei prossimi anni, se le previsioni saranno confermate, la Spagna ci supererà anche per quanto riguarda il PIL pro-capite.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

sembra che la notizia del sorpasso non sia vera.la banca mondiale ha detto che non c'e stato nessun sorpasso con qualsiasi metodo di calcolo.