domenica 4 gennaio 2009
Obama il liberalizzatore
Il presidente eletto degli Stati Uniti, Barack Obama, porterà la rinascita delle libertà in America? Bé, a giudicare dalle sue promesse (o minacce) di "green deal" e piani quinquennali, proprio no. Ma c'è almeno un punto su cui il nuovo inquilino della Casa Bianca potrebbe, quantomeno simbolicamente, ingranare una doverosa retromarcia: il fumo. Obama, che nelle sue abitudini personali è senza dubbio un "salutista", è anche un fumatore moderato ma convinto, da tre a otto sigarette al giorno. Sarà in grado di convivere con la regola oscurantista che vieta il fumo in tutti i locali della Casa Bianca, compreso lo studio ovale? Come ho scritto sul Secolo XIX di ieri, c'è da sperare di no. Anche perché la regola, voluta da Hillary Clinton la quale, da first lady, ebbe da confrontarsi con ben altri sigari, è davvero stupida e incivile, oltre che non necessaria. E' solo l'apice di una crociata moralistica, per cui chi sta più in alto deve dare il presunto buon esempio. Se Obama sarà in grado di spezzare questo cerchio proibizionista, porterà negli Usa un "change" davvero importante. E sarebbe un bel regalo agli animatori della International Cohalition Against Prohibition, un gruppo di organizzazioni per le libertà civili che hanno organizzato un grande evento a Bruxelles, il 27-28 gennaio, presso il Parlamento europeo, per dire no al nuovo proibizionismo. Si tratta di un appuntamento importante a cui sarebbe utile partecipare, per mandare un messaggio a chi, da Bruxelles e dalle capitali degli Stati membri della Ue, ha deciso di preoccuparsi dei fatti nostri. Il messaggio è semplice: fatevi i fatti vostri.
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