venerdì 31 ottobre 2008

St. Hank


(Hat tip: Phastidio)

mercoledì 29 ottobre 2008

Dialogo (Berlusconeide)

"Napolitano invita al dialogo" (Oggi su tutti i media)
Berlusconi: impossibile con chi non la pensa come me.

Tutti i numeri di Cai (Italianerie)

Tutti i numeri di Cai:

15 consiglieri di amministrazione, zero dipendenti, zero licenze, zero aerei, zero piloti.
(alla data del 29 ottobre 2008)

Valentino Rossi for President

Fosse Presidente del Consiglio, dica le tre cose che farebbe.
"Cercherei di fare pagare le tasse a tutti, ma un po’ meno. È tutto complicato da noi: fisserei una tassa fissa, che so, del 30 %. E stop".

fonte: Gazzetta dello Sport (e quindi Hat tip Massimiliano!)

martedì 28 ottobre 2008

Motore unico (Mondialerie)

"La FIA, Federazione Internazionale Automobilismo, ha proposto l'introduzione del motore unico nella Formula 1" (Oggi, tutti i giornali).

Entusiasta il Governo italiano. Ecco le principali dichiarazioni rilasciate.

Mariastella Gelmini: "La FIA ha copiato la mia idea: il motore unico sta ai piloti come il maestro unico agli alunni delle elementari. Spero che ora si imponga ai piloti di mettere anche il grembiule ignifugo al posto della tuta";

Silvio Berlusconi: "Ottima idea, che può essere perfezionata con una produzione di Stato del motore unico";

Claudio Scajola: "Finalmente è stato posto un freno alla competizione tecnologica tra produttori";

Giulio Tremonti: "La FIA ha copiato la mia idea: il motore unico sta alla F1 come il Ministro dell'Economia al sistema economico".

giovedì 23 ottobre 2008

DG in mondovisione

La paura della recessione fa bene solo alla politica

La crisi del sistema finanziario certamente avrà dei riflessi sull’economia reale; si sente parlare spesso di recessione globale in atto, ma queste affermazioni sono totalmente errate.
Il punto di partenza è cosa s’intende per recessione. La definizione economica prevede che per due trimestri consecutivi il prodotto interno lordo sia in diminuzione.

La seconda questione pone la questione su quali Paesi siano oggi ufficialmente in recessione. I dati disponibili si fermano a metà del 2008, al secondo trimestre, ma questi sono sufficienti per “controllare” quali economie possano essere già cadute in recessione nel terzo trimestre e quali no.
In recessione si trovano tre paesi europei, quali l’Irlanda, l’Estonia e la Lituania. Altri due paesi hanno conosciuto un periodo di recessione tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 e sono l’Islanda e la Danimarca.

Ma quali sono i paesi che certamente non possono essere in recessione in questo momento?
Dall’analisi dell’andamento trimestrale del PIL risulta evidente che gli Stati Uniti non possono essere tecnicamente in recessione, così come la Spagna e molti altri paesi europei.
Gli Stati che più rischiano di essere caduti in recessione sono i principali paesi della “vecchia Europa”: Italia, Germania e Francia. Non è possibile fare previsioni se questi paesi conosceranno una caduta del Pil per due trimestri consecutivi, anche perché i dati sono contrastanti.
La crisi finanziaria potrebbe aver causato un rallentamento economico, ma alcuni dati, quali la produzione industriale o le vendite al dettaglio in Europa sono positivi. Si denota invece un rallentamento dell’export tra l’Europa e il resto del mondo in agosto.

Questa veloce analisi dei dati non pregiudica il fatto che a fine dell’anno corrente anche gli Stati Uniti non possano cadere in recessione, ma vuole fare il punto della situazione e sfatare alcuni miti.

Nel complesso l’economia mondiale l’anno prossimo non dovrebbe più crescere a livelli record come nel corso degli ultimi anni (grazie soprattutto alla globalizzazione), ma l’incremento del PIL potrebbe attestarsi intorno al 2 – 2,5 per cento (stima UBS).
Mancherà il traino probabilmente delle economie sviluppate, ma diversi paesi emergenti dovrebbero continuare a fare crescere il PIL nel mondo. Non è un caso che se gli scambi tra USA e gli Stati dell’area Euro sono sostanzialmente stabili, l’interscambio commerciale europeo cresce a doppia cifra verso Cina (dove l’export europeo cresce a tassi percentuali più che doppi rispetto all’import), India e altre economie emergenti.

Un ultima precisazione circa il tasso di cambio euro dollaro; in questo periodo il deprezzamento dell’Euro potrebbe essere spiegato sia dal fatto che il mercato si aspetta un rallentamento europeo maggiore a quello americano, sia al fatto che il deficit commerciale degli Stati Uniti si sta riducendo nei primi mesi del 2008 nei confronti dei Paesi dell’area Euro.
C’è da tener conto inoltre del tasso d’interesse americano è già a livelli molto bassi (1,5 per cento), mentre quelli decisi dalla BCE sono ancora al 3,75 per cento e potrebbero scendere nei prossimi mesi. L’enorme iniezione di liquidità nel sistema bancario probabilmente è andata maggiormente verso gli Stati Uniti che nella zona Euro.


Il rallentamento economico in atto, forse la recessione di alcune economie sviluppate nel 2009 e la crisi del sistema finanziario vuole davvero essere risolto tramite politiche di maggior intervento pubblico e spesso politico nell’economia?
Rispondo con una domanda: perché l’Italia cresce da decenni meno di tutti gli altri principali paesi?

La paura della recessione fa sicuramente bene alla politica.

Beatificazione (Fantozzeide)

"Avviato il processo di beatificazione del Commissario Fantozzi" (L'Osservatore Romano, 23 ottobre)

Per il miracolo della moltiplicazione dei soldi in cassa ad Alitalia.

martedì 21 ottobre 2008

Previsioni (Gelmineide)

"L'Università rischia la fine di Alitalia" (Mariastella Gelmini, Il Corriere della Sera, 18 ottobre).

Siamo d'accordo col Ministro, dato che è lei il Ministro...

lunedì 20 ottobre 2008

sabato 18 ottobre 2008

Premio Nobel (Gelmineide)

Dopo Paul Krugman sarà assegnato a Mariastella Gelmini il premio Nobel per l'Economia. Si tratta di un doveroso riconoscimento per la fondamentale scoperta scientifica dell'autoproducibilità del prodotto, in grado di evitare l'impiego di qualsiasi fattore produttivo. Pare che la scoperta sia avvenuta nel corso della predisposizione della trendaduesima (in soli sei mesi di governo) e definitiva riforma dell'infaticabile ministro. Dal prossimo anno, infatti, la scuola italiana sarà organizzata nel seguente modo:
1) gli alunni di prima elementare frequenteranno a metà tempo e avranno come docenti gli alunni di seconda elementare;
2) gli alunni di seconda elementare insegneranno a metà tempo agli alunni di prima elementare e apprenderanno a metà tempo dagli alunni di terza elementare;
3) gli alunni di terza elementare .....

......

18) gli studenti dell'ultimo anno delle lauree magistrali si fermeranno un anno in fuori corso al fine di insegnare a metà tempo agli studenti dell'ultimo anno in corso.

Il nuovo sistema sarà a costo zero per quanto riguarda il fattore lavoro; infatti il compenso per la funzione di docente coinciderà per ognuno con la tassa d'iscrizione come discente. In tal modo il sistema farà completamente a meno di maestri e professori i quali sono notoriamente impreparati, meridionali, onerosi, tendenzialmente analfabeti e spesso anche comunisti.
Le lezioni si svolgeranno alternativamente presso il domicilio del docente e quello del discente; in tal modo si eviteranno anche tutti i rimanenti costi di produzione, azzerando totalmente la spesa scolastica italiana e abbattendo il deficit pubblico. Grazie a questa modalità si dimezzeranno inoltre gli spostamenti degli studenti e le emissioni inquinanti prodotte dai veicoli dei genitori, migliorando notevolmente la qualità dell'aria.
Anche il debito pubblico potrà conseguire un rilevante abbattimento in quanto tutti gli edifici scolastici oggi improduttivamente utilizzati potranno essere ceduti tramite asta competitiva a Pirelli RE (in alternativa ai sedici soci di Cai, ma con un forte sconto).
Si otterrà inoltre il primato tra i sistemi scolastici di tutti i paesi Ocse grazie al fatto di avere un rapporto unitario tra docenti e discenti.
E' previsto che il premio Nobel sia consegnato al ministro Gelmini direttamente da Giulio Tremonti, travestito per l'occasione da reale scandinavo.

Rimedi da export (Gelmineide)

Non è di Tremonti ma della Gelmini il rimedio definitivo alla crisi finanziaria mondiale: voto in condotta e grembiule obbligatorio per tutti gli operatori di borsa.

giovedì 16 ottobre 2008

Rivelazioni

Conti dormienti, delusione ricavi: al ministero arriveranno meno di 2 miliardi
Bottino magro per il ministero dell'Economia [...]
Ecco, "bottino" è la parola giusta.

Governi (Dizionario dell'Italia)

Il Governo Berlusconi ha rovesciato radicalmente i caratteri del precedente Governo Prodi: dal competente indecisionismo all'incompetente decisionismo.

Cattivo Cav.

Premessa: il mondo sta arrancando a causa di una crisi di fiducia, che blocca il mercato del credito. Svolgimento: i mercati finanziari mondiali, compreso quello italiano, scontano un difetto di capitalizzazione. Conseguenza: è oggi essenziale utilizzare tutti gli strumenti che possano aiutare ad attirare capitali. Seconda premessa: i fondi hedge e i private equity stanno performando relativamente bene. Principalmente questo è spiegabile col fatto che il ricorso alla leva, da parte di queste realtà, è relativamente moderato. Svolgimento: il mestiere di questi soggetti è portare capitale fresco nelle imprese in difficoltà, ristrutturarle e renderle efficienti, per poi realizzarne il pieno valore. Conseguenza: tra gli strumenti di cui sopra, fondi hedge e private equity possono, in modo diverso, figurare, a buon diritto. Se tutto questo è vero, e lo è (come ha scritto anche Andrea), allora mi chiedo cosa gli sia passato per la testa, al Cav., quando ha deciso di scendere in campo contro il "rischio" di scalate ad aziende italiane che, a suo avviso, sono "sottovalutate". Abbiamo oppure no bisogno di capitali? Ed è innegabile oppure no che pecunia non olet, vale a dire che un euro di un fondo sovrano vale tanto quanto un euro di chiunque altro? Naturalmente, anche l'euro di fondi hedge e private equity vale un euro. Cosa di cui non sembra essersi reso conto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che ha definito questi soggetti "demenziali" e "fuori da tutti gli schemi del capitalismo classico" (qui la risposta degli interessati). Immediata e più che meritata la sberla del Financial Times. Ora mi domando e dico: vogliamo prenderla sul serio o no, questa benedetta crisi? E, se sì, la vogliamo smettere, per una volta, di lanciare slogan e propaganda populista, e tentiamo di capire cosa è andato storto e per colpa di chi? Una cosa è certa: hedge fund, private equity e fondi sovrani non hanno colpe (o meriti, se è per questo) particolari. Quindi lasciateli stare.

Leggi "Bravo Cav." su www.RealismoEnergetico.org

Investimenti stranieri: il paradosso italiano

Uno dei principali problemi italiani è la mancanza di capacità nell’attrarre investimenti stranieri. Questo dato risulta particolarmente grave quando ci si pone al confronto con Stati come il Belgio o l’Olanda e ci mostra una situazione di arretratezza per quanto ci riguarda.

Questo sempre più dipende non tanto dall’incapacità delle aziende di saper attrarre capitali esteri, ma dalle condizioni particolari del nostro mercato.
In Italia non sono mancati i casi esemplari quali Alitalia. La compagnia di bandiera, che vale il 17 per cento del mercato e che non è vitale per il trasporto aereo e il turismo del paese, deve essere salvata a tutti i costi (2/3 miliardi di euro per i contribuenti) da imprenditori italiani.
Le scelte sono bipartisan; infatti il caso Telecom Italia non è di minore importanza.

La ciliegina sulla torta è arrivata tuttavia in piena crisi dei mercati finanziari. La liquidità scarseggia e le Borse faticano anche dopo un maxi-intervento Statale coordinato a livello globale. Il taglio d’interesse coordinato delle banche Centrali, le garanzie offerte agli istituti finanziari e le manovre dei governi non sembrano avere avuto grandi effetti sulla fiducia.

Probabilmente il clima d’incertezza durerà fino all’elezione del nuovo presidente americano e la discontinuità potrebbe ridare un po’ di fiducia che manca a tutto il sistema.
La crisi sull’economia reale è molto probabile, anche se alcuni dati vanno in controtendenza; ad esempio la produzione industriale è cresciuta nello scorso mese di agosto in Europa.

L’incertezza crea sfiducia e la decisione di nuove regole che restringono la mobilità del capitale sembrano andare anche contro la logica del buon senso.

Sarebbe bello ed interessante rispondere a certi quesiti. È possibile bloccare i fondi che vogliono investire nelle imprese italiane nel momento in cui dispongono di liquidità? Restringendo la possibilità di arrivo di capitali si acuisce la crisi e la si prolunga.
Veramente il Governo vuole restringere la mobilità dei capitali? A quando il blocco delle merci perché di produzione non italiana?
Il protezionismo anche in forma finanziaria non ha mai portato ad esiti positivi nella storia.

mercoledì 15 ottobre 2008

Trasporto aereo (Dizionario dell'Italia)


Trasporto aereo: prototipo di passeggero sui cieli italiani dopo l'attuazione del piano Cai.




Alitalia: una privatizzazione fallimentare

In un trafiletto di poche righe in alto sulla destra a pagina 29 de “il Sole 24 Ore” di martedi 14 ottobre è riportata una notizia importante: “Alitalia, firmato l’accordo per tre mesi di CIGS “.

L’accordo raggiunto tra sindacati e la compagnia aerea riguarda più di 7 mila dipendenti ed è una misura necessaria affinché la compagnia possa continuare l’operatività nelle prossime settimane.
A dispetto degli annunci del Commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi, che a metà settembre, con la trattativa tra CAI e i sindacati in stallo annunciava “la compagnia non potrà più fare volare gli aerei tra tre giorni”, il vettore sopravvive con una liquidità prossima allo zero. Il prestito ponte dello scorso aprile che doveva permettere la sopravvivenza per 12 mesi è praticamente finito, smentendo le dichiarazione dei politici – gestori dell’azienda dell’epoca.

Il rinvio dell’assemblea dei soci della Compagnia Aerea Italiana al 28 ottobre mette in difficoltà il commissario che deve garantire l’operatività dell’azienda; la “nuova Alitalia” non ha ancora licenza per il volo e non può prendere quella della vecchia Alitalia; nonostante la trattativa sindacale sia terminata “con successo” il Piano Fenice fa molta fatica a spiccare il volo.

Se l’azienda fosse stata gestita come una compagnia aerea “normale”, senza alcuna ingerenza politica e sindacale, la notizia di 7 mila dipendenti in cassa integrazione avrebbe probabilmente avuto maggiore rilevanza; Alitalia invece non è mai stata gestita come un vettore sul mercato del trasporto aereo.

L’azienda sarebbe dovuta essere commissariata già diversi mesi fa, per non dire anni e la cassa integrazione sarebbe stata la misura necessaria per far ripartire l’azienda dopo un commissariamento.

Il commissariamento c’è stato lo stesso, lo Stato ha “buttato” 300 milioni di euro nel prestito ponte, la separazione della compagnia in BadCo e NewCo costerà al contribuente almeno 2 miliardi di euro e il mercato domestico verrà chiuso alla concorrenza con notevoli aumenti delle tariffe nei prossimi anni (le cifre esatte si potranno trovare in un lavoro dell’Istituto Bruno Leoni in uscita).

La cassa integrazione arriva in ritardo così come la privatizzazione di Alitalia.

Sì, ma che fare?

Nulla. Il governo non deve fare nulla.

domenica 12 ottobre 2008

Una volta nella vita

Antonio Di Pietro ha ragione. Io non credo nelle parole di Berlusconi ci fosse malizia o premeditazione (e non è un'attenuante). Ma quello che ha detto, particolarmente in un momento come questo, è gravissimo. I mercati meritano rispetto, e la prima regola che non ha bisogno di essere scritta, ma che deve essere seguita, è proprio questa.

venerdì 10 ottobre 2008

Paralleli impropri

Oggi Alfonso Fuggetta gioca un po' con le parole, proponendo un parallelo ardito tra Silvio Berlusconi e Vincenzo Visco per le esternazioni del premier sulla necessità di recuperare il gettito mancato dell'economia sommersa.
Ma quando lo diceva Visco era il vampiro, la sanguisuga.
Lungi da me prendere le parti del Cavaliere quando non vi siano di mezzo sette scudetti, cinque coppe dei campioni, tre coppe intercontinentali, e qualche altra cosetta, ma tra lo stato di polizia fiscale che ha in mente Visco e la strategia romena a cui Berlusconi mostra di guardare c'è una differenza non trascurabile.

mercoledì 8 ottobre 2008

Un prezzo per l'acqua

Dare un prezzo all'acqua? Questa domanda è al centro del dibattito inaugurato dall'Economist tra i lettori. A favore del liberismo idrico, interviene Steve Hoffman, direttore di WaterTech Capital e co-fondatore di Palisades Water Index Associates; contro, Vandana Shiva, direttore delle ricerche per la Foundation for Science, Technology & Natural Resource Policy. Qui si trova la replica di Hoffman a Shiva, e qui quella di Shiva a Hoffman. Sul tema della privatizzazione dell'acqua, avevamo pubblicato tempo fa un Briefing Paper di Giorgio Bianco, che mi sembra ancora attuale. Sulla questione, distinta ma parallela, della liberalizzazione dei servizi idrici, segnalo invece il capitolo dell'Indice delle liberalizzazioni 2008 curato da Rosamaria Bitetti (sul nesso tra liberalizzazioni e privatizzazioni, suggerisco la parte dedicata a questo tema del Position Paper di Luigi Ceffalo sul ddl Lanzillotta). Comunque, a me pare che la questione sia piuttosto semplice: l'acqua è una risorsa scarsa, e come tale dovrebbe essere trattata. Alle richieste di quanti credono sia un bene "universale" e che come tale dovrebbe essere gestito - per esempio garantendo accesso libero e gratuito a tutti - si può rispondere in due modi. Su un piano pratico, ciò semplicemente non è possibile, e anche quando lo è (come nei paesi industrializzati) implica grandi e ingiustificate inefficienze (come le perdite dalla rete idrica italiana dovrebbero sempre ricordarci). Sotto un profilo più teorico, trattare l'acqua come un "diritto" ne tradisce la natura di risorsa scarsa, e può avere un duplice esito: o il sovraconsumo (che porta al razionamento, nel lungo termine); oppure il razionamento immediato, con l'allocazione politica di un tot di acqua a ciascun consumatore. Evidentemente, qualunque cosa sia la giustizia, nessuna di queste soluzioni la rispecchia. Altro discorso è, invece, porre il problema dell'aiuto a chi ha difficoltà finanziarie. Posto che, a mio avviso, questo non è un problema di acqua in senso stretto, ma di povertà, e quindi andrebbe e potrebbe essere risolto ponendo in essere quelle misure che hanno l'effetto di stimolare la crescita economica; posto ciò, ci sono molte forme di intervento pubblico (a partire dall'erogazione di sussidi in moneta) che non richiedono né la nazionalizzazione dell'acqua, né la sua gestione pubblica. In ogni caso, tutto questo era finalizzato a dire una sola cosa: i lettori dell'Economist sembrano oggi considerare più convincenti le tesi di Vandana Shiva, che (mentre scrivo) godono del 49 per cento del consenso. C'è tempo fino al 10 ottobre per rovesciare il trend. Votate, votate, votate.

(Crossposted @ RealismoEnergetico.org)

venerdì 3 ottobre 2008

Conquistador (Berlusconeide)

"Berlusconi conquista Africa e Asia" (Vanity Fair, p. 51)
A quando una lunga spedizione ai Poli?

Veltrhamlet (Veltroneide)

Mi oppongo o non mi oppongo? E se mi oppongo, quanto mi oppongo?

giovedì 2 ottobre 2008

AZ Tax (Sgoverniamoci)

"Un subemendamento di maggioranza al decreto Alitalia prevede di raddoppiare a due euro le tasse d'imbarco a carico di chi viaggia in Italia destinati al fondo speciale (per il volo)" (Repubblica, oggi, p. 26).
Come dire: cari viaggiatori, potete anche non volare AZ tanto gli oneri vi toccano lo stesso.

Con le uscite in tv la domanda non c'è più (Fantozzeide)

"Le voci di crisi hanno creato problemi. Sono state disdette prenotazioni e sono diminuite le entrate" (Fantozzi, oggi, tutti i media)
Ma non era stato lui a dirci che Alitalia stava per finire il gasolio?

Come salvare Alitalia (Fantozzeide)

"Il modo migliore di salvare Alitalia è volare Alitalia" (Fantozzi, oggi, tutti i media).
E se si provasse, invece, con dei bravi manager?