sabato 20 settembre 2008

Le parole di Veltroni e i numeri di Colaninno (Italianerie & Veltroneide)

New York, 19 set. (Apcom) - Roberto Colaninno "non l'ho sentito, ma è una persona che stimo: è un imprenditore e fa il suo mestiere". Lo ha detto il segretario Walter Veltroni, parlando delle vicende Alitalia a New York, dove si trova per presentare l'edizione inglese del suo libro "La scoperta dell'alba".

Non condivido la fiducia di Veltroni nell'imprenditore Colaninno. Un imprenditore dovrebbe predisporre piani d'impresa ineccepibili, a maggior ragione se implicano oneri per la finanza pubblica. Il piano Cai-Intesa, invece, non solo non è stato valutato da nessun advisor indipendente prima che il governo se ne facesse garante in maniera totalmente acritica verso i media e l'opinione pubblica ma i pochi numeri pubblicati sono contradditori e di impossibile realizzazione. Il piano prevede infatti una consistente riduzione degli aerei utilizzati dalla nuova compagnia: 137 nel primo anno di attività, destinati a salire poco sopra i 150 negli anni successivi, a fronte di oltre 240 impiegati complessivamente da Alitalia e AirOne nel 2007. La riduzione è consistente e supera il 40%, così come quella del personale (da 21.500 occupati complessivi delle due aziende a 12.500 dipendenti della nuova compagnia più 1.500-2.000 esternalizzazioni).

A fronte di una diminuzione così consistente nei fattori produttivi impiegati il fatturato e i passeggeri trasportati si ridurrebbero invece, secondo i numeri indicati dal piano, in misura trascurabile: il fatturato previsto nel primo anno di attività è indicato dai media in 4,3 miliardi di euro (destinati a crescere negli anni successivi sino a 5,2 miliardi) mentre il dato aggregato di Alitalia e AirOne era nel 2007 di 4,9 miliardi; inoltre, a fronte dei 31,5 milioni di passeggeri totali di Alitalia e AirOne nel 2007, trasportati da oltre 240 velivoli, ve ne sarebbero ora, sempre secondo i media, 28 milioni nel primo anno trasportati da appena 137 aerei. La mia stima, invece, è che con soli 137 aerei non si possano superare i 22 milioni di passeggeri anno (pur conteggiando una crescita strepitosa del tasso di occupazione dei posti) e anche qualora tutti gli aerei viaggiassero sempre con tutti i sedili occupati non si potrebbero superare i 26 milioni (visto che non si possono trasportare persone in piedi, nella stiva o sulle ali).

I dati inclusi nel piano Cai incorporano incrementi strepitosi di produttività degli aeromobili: con 28 milioni di passeggeri la produttività media dei velivoli sarebbe di 204 mila viaggiatori annui mentre nelle due vecchie compagnie era (nel 2007) solo di 130 mila passeggeri. L’aumento di produttività fisica risulterebbe del 58%. Un valore analogo per quanto riguarda la produttività in valore: mentre nel 2007 un aereo delle due compagnie procurava in media 20 milioni di euro di ricavi, già nel primo anno di attività della nuova Alitalia ne porterebbe a casa 31 milioni (il 56% in più). Risultati strabiliante, non c’è che dire, per degli imprenditori che non si sono mai occupati in precedenza di trasporto aereo. Pare che Spinetta e Mayrhuber abbiano promesso ai loro azionisti di cedere le ripettive poltrone in Ai France-Klm e Lufthansa a Colaninno e Sabelli se effettivamente riusciranno a raggiungere questi risultati.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti per lo scritto. Se anche la stampa informata e che fa informazione si occupasse di questi aspetti rimarrebbe certamente meno spazio per i galletti di turno ... magari non avrebbe "salvato" Alitalia, ma almeno si sarebbe fatta vera chiarezza.

Rino da Palermo