venerdì 12 ottobre 2007

Va bene chiunque purché non sia italiano

Forse non è un tipo molto elegante, ma le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Ryan Air Michael O'Leary, su Alitalia, sarebbero da incorniciare.
O'Leary non solo ribadisce di non essere per nulla interessato all'acquisto della nostra compagnia di bandiera (è persino strano che un giornalista gli abbia chiesto di un loro eventuale interesse, visto che il business model è radicalmente diverso), ma spiega che l'ideale è che Alitalia finisca in mani "non italiane". Razzismo? Sfiducia nell'italico talento per il business dei cieli?
No, sano pragmatismo. O'Leary suggerisce che il compratore migliore sarebbe il fondo Tpg, che ha una buona esperienza nel rilancio di vettori in traballante salute. Ma sa bene che la cosa importante - per la concorrenza, ma anche per noi contribuenti/consumatori - è che il compratore non benefici di aiuti da parte del governo, per non doverlo poi ripagare con la stessa moneta, finendo per generare ulteriori inefficienze. Per questo motivo, meglio uno straniero: uno che stia alla periferia del nostro "capitalismo relazionale", pensi a fare profitti servendo bene i suoi clienti. Meno un imprenditore sa orientarsi a Roma, insomma, e meglio è. Purtroppo, è probabile che i criteri di competenza geografica che verranno fatti valere siano esattamente quelli contrari...

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