Le dichiarazioni del presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, davanti alla Commissione congiunta di Camera e Senato, rilasciate il 4 Febbraio scorso sono sconvolgenti: “Io volo da Verona con Air Dolomiti”.
Peccato che Air Dolomiti è in concorrenza con Alitalia, poiché fa parte del gruppo Lufthansa.
Forse al presidente è sfuggito il fatto che in questo modo si fa concorrenza in casa…
A parte questa affermazione che non è poi cosi grave, perché ogni persona è libera di scegliere l’operatore e lo scalo preferito, ne è seguita un’altra molto più grave.
L’amministratore delegato di Alitalia, Rocco Sabelli, ha mentito davanti alle Commissioni congiunte, affermando che il load factor della nuova compagnia è stato del 43 per cento contro il 50 per cento dello scorso anno; peccato che il load factor di Alitalia era al 64,61 per cento e quello di Airone al 48,46 per cento. Insieme le due compagnie avevano un load factor pari al 62,59 per cento, cioè circa venti punti percentuali in più rispetto ala nuova Alitalia. La fonte dei dati è AEA, cioè l’associazione che raggruppa i vettori tradizionali in Europa.
Come fa il “vettore di bandiera” dirsi soddisfatto?
Se anche dovesse migliorare il LF rispetto a Gennaio, nell'anno in media la nuova Alitalia supererà il 65 per cento di riempimento dei propri aerei, inferiore di 7 punti rispetto allo stesso piano Fenice, ma comunque superiore rispetto al livello di load factor raggiunto da AirOne nel 2008.
Se cosi fosse ci sarebbero ricavi inferiori per circa 500 milioni di euro, con la stima ottimistica di uno yield stabile pur essendo in periodo di crisi (ad esempio Ryanair lo ha abbassato del 20 per cento, per mantenere stabile il LF).
Sabelli ha poi affermato davanti alla Commissione che le compagnie low cost avrebbero abbassato il proprio load factor, riportando cifre senza precisare i vettori.
Andando ad analizzare le due principali compagnie low cost in Europa ed in Italia, dove hanno una quota di mercato del mercato low cost superiore al 50 per cento si denota un’altra volta un’imprecisione da parte dell’amministratore delegato di Alitalia. Easyjet in Gennaio ha si diminuito il load factor al 72 per cento (30 punti percentuali in più rispetto ad Alitalia), ma nel corso degli ultimi 12 mesi lo ha incrementato arrivando a sfiorare l’85 per cento. Ryanair lo ha mantenuto stabile al 69 per cento a Gennaio e superiore all’80 per cento nell’ultimo anno.
A quali low cost si riferiva l’AD di Alitalia? Sicuramente non ai due maggiori concorrenti.
Peccato che Air Dolomiti è in concorrenza con Alitalia, poiché fa parte del gruppo Lufthansa.
Forse al presidente è sfuggito il fatto che in questo modo si fa concorrenza in casa…
A parte questa affermazione che non è poi cosi grave, perché ogni persona è libera di scegliere l’operatore e lo scalo preferito, ne è seguita un’altra molto più grave.
L’amministratore delegato di Alitalia, Rocco Sabelli, ha mentito davanti alle Commissioni congiunte, affermando che il load factor della nuova compagnia è stato del 43 per cento contro il 50 per cento dello scorso anno; peccato che il load factor di Alitalia era al 64,61 per cento e quello di Airone al 48,46 per cento. Insieme le due compagnie avevano un load factor pari al 62,59 per cento, cioè circa venti punti percentuali in più rispetto ala nuova Alitalia. La fonte dei dati è AEA, cioè l’associazione che raggruppa i vettori tradizionali in Europa.
Come fa il “vettore di bandiera” dirsi soddisfatto?
Se anche dovesse migliorare il LF rispetto a Gennaio, nell'anno in media la nuova Alitalia supererà il 65 per cento di riempimento dei propri aerei, inferiore di 7 punti rispetto allo stesso piano Fenice, ma comunque superiore rispetto al livello di load factor raggiunto da AirOne nel 2008.
Se cosi fosse ci sarebbero ricavi inferiori per circa 500 milioni di euro, con la stima ottimistica di uno yield stabile pur essendo in periodo di crisi (ad esempio Ryanair lo ha abbassato del 20 per cento, per mantenere stabile il LF).
Sabelli ha poi affermato davanti alla Commissione che le compagnie low cost avrebbero abbassato il proprio load factor, riportando cifre senza precisare i vettori.
Andando ad analizzare le due principali compagnie low cost in Europa ed in Italia, dove hanno una quota di mercato del mercato low cost superiore al 50 per cento si denota un’altra volta un’imprecisione da parte dell’amministratore delegato di Alitalia. Easyjet in Gennaio ha si diminuito il load factor al 72 per cento (30 punti percentuali in più rispetto ad Alitalia), ma nel corso degli ultimi 12 mesi lo ha incrementato arrivando a sfiorare l’85 per cento. Ryanair lo ha mantenuto stabile al 69 per cento a Gennaio e superiore all’80 per cento nell’ultimo anno.
A quali low cost si riferiva l’AD di Alitalia? Sicuramente non ai due maggiori concorrenti.
Le stime vedono un’Alitalia gravemente malata con delle perdite per il 2009 pari a 630 milioni di euro, più di quanto fatto dalla pre-fallimentare vecchia Alitalia nel 2007. In questa stima consideriamo anche minori costi dovuti alla diminuzione del prezzo del carburante per circa 200 milioni di euro e stimiamo ottimisticamente che il petrolio non aumenti le proprie quotazioni.
Se le perdite saranno di questa portata le ipotesi sono due: la ricapitalizzazione o il fallimento.
Nel secondo caso si consumerebbe il secondo fallimento in meno 20 mesi per il vettore di bandiera italiana, mentre in caso di ricapitalizzazione, necessaria entro i primi mesi del 2010, il 15 di Marzo del 2010 Air France diventerà socio di maggioranza della nuova Alitalia.
3 commenti:
business as usual!
Perche non:)
La ringrazio per Blog intiresny
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