Oggi, invece, scopriamo la strategia dell’a.d. di Ryanair per conquistare il prestigioso incarico politico: un sì convinto al mercato ma anche una strizzatina d'occhio ai girotondini, ai quali regala la sua critica all'uso del jet privato da parte del primo ministro italiano.
MILANO - Niente scuse. La multa subita dall'Antitrust e gli attacchi della maggioranza di governo non bastano a fermarlo. Lo slogan proposto da Silvio Berlusconi per rilanciare la compagnia di bandiera italiana «amo l'Italia, volo Alitalia» dovrebbe essere riproposto come «amo l'Italia ma volo sui jet privati»: è quello che sostiene l'amministratore delegato della compagnia low cost irlandese, Ryanair, Michael O'Leary. Questi, nel corso della presentazione di sette nuove rotte della sua compagnia trasferite dall'aeroporto di Forlì a quello di Bologna, ha ironizzato sulle recenti dichiarazioni del capo del governo. «Berlusconi dovrebbe smettere - ha detto O'Leary - di dire questi slogan. Dovrebbe, quindi, o volare con Alitalia o, se veramente ama l'Italia, trovare una soluzione per sistemare la
situazione».
A differenza di O’Leary, noi non nutriamo dubbio alcuno sull’amor patrio del Cavaliere e non abbiamo affatto da ridire sulla flotta aerea berlusconiana. Ciò che a noi preme è che Berlusconi non permetta al nuovo Pd o’learyiano di scavalcarlo in tema di liberismo. Insomma, compito per le vacanze per il Presidente: riscoprire le virtù di quella cosa che usavamo chiamare mercato. Tremonti permettendo.
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