Il dibattito sulla cattiva qualità dei servizi pubblici locali innescato ieri da Francesco Giavazzi sulle pagine del Corriere della Sera continua oggi sul sito de L’Occidentale con un articolo di Salvatore Rebecchini che, in qualche modo, appare complementare a quello del professore bocconiano. Se il primo, infatti, lucidamente ricollega lo scandalo della gestione inefficiente delle municipalizzate alla mancanza di concorrenza e, quindi, critica la riforma azzoppata della finanziaria, il secondo ricorda l’importanza degli investimenti infrastrutturali e, quindi, loda gli incentivi economici ad uopo presenti nella medesima manovra. Nessuno ha torto e tutti hanno ragione. Ma entrambi non si soffermano su un punto importante che merita una considerazione a mo’ di “cerniera” tra i due interventi: la separazione proprietaria delle reti.
Il conflitto d’interessi degli operatori verticalmente integrati ostacola sia la gestione efficiente dei servizi sia lo sviluppo delle infrastrutture; il suo definitivo superamento invece fa sì che, fra i diversi soggetti affidatari dei servizi di produzione e di distribuzione in concorrenza fra loro, nessuno goda di trattamenti discriminatori compiacenti da parte del soggetto che, incaricato della sola gestione della rete, non può accrescere il proprio profitto se non migliorando e ampliando le infrastrutture a sua disposizione.
Qualora, insomma, l’obbligatorietà delle gare per l’affidamento (auspicata da Giavazzi) fosse accompagnata dall’unbundling (caldeggiato da molti analisti più importanti del sottoscritto), gli incentivi agli investimenti (elogiati da Rebecchini) sarebbero ancora maggiori rispetto a quelli introdotti dall’art. 77 del decreto fiscale.
Il conflitto d’interessi degli operatori verticalmente integrati ostacola sia la gestione efficiente dei servizi sia lo sviluppo delle infrastrutture; il suo definitivo superamento invece fa sì che, fra i diversi soggetti affidatari dei servizi di produzione e di distribuzione in concorrenza fra loro, nessuno goda di trattamenti discriminatori compiacenti da parte del soggetto che, incaricato della sola gestione della rete, non può accrescere il proprio profitto se non migliorando e ampliando le infrastrutture a sua disposizione.
Qualora, insomma, l’obbligatorietà delle gare per l’affidamento (auspicata da Giavazzi) fosse accompagnata dall’unbundling (caldeggiato da molti analisti più importanti del sottoscritto), gli incentivi agli investimenti (elogiati da Rebecchini) sarebbero ancora maggiori rispetto a quelli introdotti dall’art. 77 del decreto fiscale.
4 commenti:
All I can say is nothing because your blog is not interesting to read.
Alla hu akhbar!!!
Considering the fact that it could be more accurate in giving informations.
What a great moment of reading blogs.
Posta un commento