venerdì 8 agosto 2008

Un cinema un po' più liberalizzato

Se liberalizzare significare rimuovere le barriere all'ingresso in un determinato settore e se il fisco rappresenta spesso un ostacolo alla comparsa di nuovi soggetti operanti in quel settore, allora si può dire che da qualche giorno anche il cinema italiano è stato in parte liberalizzato. Con l'approvazione di agevolazioni fiscali per la produzione, la distribuzione e l'esercizio si spera che nuove risorse private possano alimentare la crescita del nostro cinema. E di un sistema sempre meno soggetto alle sovvenzioni pubbliche e sempre più indirizzato verso logiche di mercato se ne sente veramente il bisogno. Soprattutto in un giorno come questo dove la presenza - al Festival di Locarno - di un documentario italiano sulla nascita delle Brigate Rosse (Il Sol dell'avvenire), finanziato in parte dal Ministero dei Beni e della Attività culturali, ha suscitato forti polemiche tra il ministro Bondi e gli autori del documentario. A detta del ministro la pellicola non terrebbe conto del punto di vista delle vittime e non mostrerebbe alcun pentimento da parte di chi, nel corso degli anni settanta, si è macchiato di orrendi crimini. Ma se l'arte deve essere libera e gli autori possono e devono mostrare uno sguardo indipendente sui fatti, diverso è il discorso per un'opera sovvenzionata dallo Stato. Cosa può/non può essere finanziato dal Mibac? Bondi ha già detto che nessun film sul terrorismo riceverà denaro pubblico senza l'approvazione dei familiari delle vittime. Insomma, il problema è sempre lo stesso: perchè i contribuenti devono finanziare dei film che mai avrebbero intenzione di vedere? E il discorso si può estendere anche alla TV di Stato: cos'è il "servizio pubblico"? Pupo? Mentre tutti gridano allo scandalo per i tagli al cinema prodotti dalla manovra triennale del governo (meno 110 milioni), la bella notizia sarà che con minori stanziamenti lo Stato potrà finanziare un minor numero di film, allo stesso tempo le agevolazioni fiscali dovrebbero compensare la riduzione di film "assistiti" con la produzione di nuove pellicole che dovranno meritare il plauso del pubblico per rientrare dai costi. Insomma, vorrà dire che nei prossimi anni ci saranno meno film pseudo-intellettuali (a proposito, qualcuno si ricorda dei film italiani in concorso al Festival di Venezia del 2007?) e più film "amici" degli spettatori paganti. Perchè la diferenza fra arte e pornografia, come dice Peter Griffin, sta solamente nelle sovvenzioni pubbliche!

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