domenica 8 luglio 2007

Un Dpef senza liberalizzazioni

Se il governo Prodi era partito, in termini di liberalizzazioni, con un timido passo nella direzione giusta, ormai le sorti dell'esecutivo sembrano giocarsi attorno a ben altri temi. Lo dimostra anche il Dpef 2008-2011, che - a differenza del Documento di programmazione economico-finanziaria dell'anno scorso - pare una mera chiosa sull'esistente, senza accenni ad alcuna delle riforme sostanziali di cui il paese ha bisogno. Anche quest'anno, l'IBL ha diffuso un Position Paper che analizza nel dettaglio il Dpef, evidenziandone gli spunti interessanti (pochi), le ambizioni mancate (tante), le ipotesi di policy che porterebbero l'Italia ancor più lontano dalla libertà economica, comunque la si voglia definire. In particolare, le liberalizzazioni, nel Dpef, semplicemente non ci sono. E se si tiene conto che il Dpef è, normalmente, un libro dei sogni rispetto al quale la finanziaria è un incubo, non oso immaginare dove ci possa portare un Documento che, perfino come sogno, lascia a desiderare.

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