venerdì 11 aprile 2008

Mercato postale: la ricetta è liberalizzare

Uno dei rari motivi per rimpiangere il governo Prodi è la posizione costruttiva e di buon senso che il ministro Gentiloni andava maturando sul mercato postale. E' certamente auspicabile che il prossimo Ministro delle Comunicazioni non arretri rispetto alle determinazioni del predecessore in materia, ed anzi cominci a tramutarle in azione concreta.

Rimane, però, lecito dubitare che ciò possa avvenire qualora le urne incoronino - come pare inevitabile -un partito per il quale i 14.000 dipendenti di Poste Italiane rappresentano tradizionalmente un bacino elettorale amico ed il cui ministro dell'economia in pectore mira ad ambientare nell'azienda le sue più turpi perversioni stataliste.

E' questo scenario a rendere ancor più prezioso l'interessantissimo convegno ospitato dal CRIET (con la puntuale supervisione di Ugo Arrigo) lo scorso 7 aprile. Le conclusioni dei relatori convergono sulla necessità di aprire il settore, privatizzando il privatizzabile e rimuovendo tutti gli ostacoli normativi che impediscono lo sviluppo di una competizione effettiva. Non possiamo definirla una sorpresa per i lettori di Liberalizzazioni. Ma si trattà di ovvietà che è drammaticamente necessario ribadire.

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